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Antonio Ricco, mecenatismo applicato al vaping

Antonio Ricco nel mondo del fumo elettronico non ha bisogno di presentazioni. Passione e competenza, commercio e mecenatismo, italianità ed esterofilia, rivenditore e consumatore. Mette insieme, insomma, tutto quello che solitamente un vapers sceglie di essere a discapito di qualcos’altro. In lui invece è racchiuso tutto il mondo del vaping. E lo abbraccia in toto per così come è, senza preclusioni. Anche per questo ha deciso di dare una mano ai modders, persone comuni che si dilettano nel costruire devices da svapo, al fine di dare a chiunque la possibilità di sentirsi appagato, ma soprattutto di diffondere la passione senza alcun pregiudizio.

Come e quando ti sei avvicinato al fumo elettronico?
Circa quattro anni fa perchè volevo smettere di fumare. La prima ecig l’ho acquistata in farmacia, come credo molti di quelli che volevano provare il nuovo dispositivo, ma non ho avuto beneficio. Non soddisfatto ho cominciato a leggere notizie e informazioni nei forum, ho consultato vari siti internet e ho deciso di acquistarne un’altra in un sito di ecommerce. Era una Ego. Da lì è cominciata la mia avventura nel fumo elettronico.

Che a breve è poi diventato anche un lavoro…
Schermata 09-2457277 alle 14.36.37Il punto di svolta però è stato il 2012, quando cominciano ad aprire i primi negozi su strada. Ho scoperto la bellezza di poter entrare di persona, parlare con il titolare, provare i vari liquidi e i vari hardware. A mano a mano che cresceva il livello qualitativo dei liquidi, il mio vaporizzatore non mi soddisfaceva più. Ecco allora che ho cominciato, come credo sia capitato a tutti, di andare alla ricerca del vaporizzatore perfetto. Ho provato di tutto e cominciavo anche ad andare oltre il semplice funzionamento, davo molto credito anche all’estetica. Non esisteva ancora un negozio fisico che proponeva il prodotto per il vaper molto esigente ma esisteva solo un mercato on line di nicchia. Così mi sono messo in gioco in prima persona aprendo uno store dedicato esclusivamente ai vapers evoluti.

Una scommessa rischiosa…
Il mio punto forte è che il guadagno non l’ho mai messo in tasca ma l’ho sempre reinvestito. Amo il settore, mi piace trovare devices sempre nuovi ed anche contribuire alla loro diffusione.

Ed infatti sei considerato un mecenate dei modders. Cosa ti ha spinto a finanziare le loro creazioni?
Schermata 09-2457277 alle 14.36.09Beh, mecenate è una parola che non mi si addice, diciamo che mi sono sempre piaciute le scommesse, crescere insieme al modder. In passato contattare quelli già affermati era solo una perdita di tempo. I modder erano pochi in quei tempi ed i rifiuti di collaborazione erano all’ordine del giorno. Il primo a darmi fiducia è stato Lukkos, grazie a lui è iniziato tutto, poi si è aggiunto No Name. E quindi il modder italiano è seguito a ruota. Oltre il rapporto di rispetto professionale ed artistico, però tra tutti quello che ci unisce è la fiducia reciproca, la voglia di non seguire le mode , le linee già dettate ma di crearne nuove

Cosa fa la differenza tra un prodotto di successo e una buona idea ma invenduta?
Ce ne sono tante. Ma prima di tutto conta saper promuovere il prodotto, saperlo posizionare e, perché no, saper fare accrescere il desiderio. Un’ottima idea senza appoggio rimane una idea sulla carta. Per quanto bella sia non riscuoterà mai il successo voluto o sperato.

Però è anche vero il contrario…
Certo, ce ne sono alcune che non valgono quello che costano ma gli ideatori o i distributori sono bravi a pubblicizzarlo. Purtroppo questo mondo è così. Se una cosa non la trovi dicono che è perchè di valore e quindi introvabile.

Che differenza c’è tra il vaper italiano e straniero?
Prima di fare una differenza tra vaper straniero ed italiano farei una differenza tra vaper di vecchia data, quello navigato, ed il vaper che si è affacciato in questo mondo da poco. Il vaper navigato sa esattamente cosa vuole e non è affatto condizionabile dalle mode, il nuovo vaper è più condizionabile dalle mode. Noi ci caratterizziamo per il bottom feeder, specialità tutta italiana ma che fino a qualche mese dall’estero veniva denigrata, soprattutto dagli inglesi. Il bottom feeder, dopo un primo successo iniziale ha avuto una fase di stallo tra fine 2013 ed inizi 2014. Poi ha ripreso quota in Italia, ma solo dopo che i vaper stranieri lo hanno conosciuto ed amato. Solo una coincidenza: forse sì. O forse no, non saprei.

E gli stranieri, invece?
Gli americani ad esempio si caratterizzano in due tipologie: da un lato quelli che amano gli alti wattaggi e i nuvoloni – soprattutto gli americani di origine asiatica – e tutti gli altri che invece amano ostentare un prodotto di grande fattura e dagli alti costi. Io ad esempio non amo il cloudchasing , ma vedo che in Italia si sta affermando sempre di più questo modo di svapare. Anche qui vedo un mercato interno condizionata da ciò che ritengo essere solo una moda. Sta crescendo, inoltre, molto bene anche il mercato giapponese, una realtà in forte crescita.

Commercio online contro negozio fisico: diffidenza giustifica o due modi di esercitare il commercio?
Schermata 09-2457277 alle 14.35.01Penso che il mercato sia più maturo rispetto a qualche anno fa. Ma è ovvio che chi è è capace a proporre qualcosa al miglior prezzo, vince sempre. Ma questo sono le regole del mercato, qualunque esso sia. Viviamo nell’era del web, tutto è a portata di clic. In passato tutti i negozi erano abituati a marginalizzare tanto, molti alzavano i prezzi a dismisura perché tra i negozi fisici si era creato una sorta di cartello. Oggi non funziona più così, se continui a farlo non vai avanti. Bisogna però anche dire che il negozio fisico vende anche un servizio, chiamiamolo di consulenza ad personam, che indubbiamente deve essere pagato. Detto questo, però i prezzi non possono essere aumentati del 300 per cento.

No tax, flat tax, super tax, mini tax: come ti poni?
Dovremmo parlare di tassa solo per riflesso dopo aver regolamentato il mercato. A me interessa di più poter lavorare con regole chiare, trasparenti e uguali per tutti. Invece oggi non è così. Sulla tassa penso che se proprio deve essere introdotta, dovrebbe esserlo solo per i liquidi con nicotina proporzionalmente alla concentrazione.

Come reputi l’ingresso delle multinazionali del tabacco nel mercato delle ecig?
Hanno capito che questo è un settore che può solo che crescere e quindi vogliono entrare nel mercato. Giustamente vorrebbero far profitto in un settore a loro vicino ma al momento non c’è nessuna prova che possa farcele dire.

Come vedi lo svapo fra cinque anni?
Domanda difficile. Parto però da un presupposto: ad oggi nulla ancora si sa sugli effetti dello svapo sull’organismo umano. Certamente non è nocivo e tossico come il tabacco, ma oltre questo non si può dire null’altro. Molto perciò dipenderà anche dalla comunità scientifica e da quello che scopriranno e ci diranno. Detto questo, il fenomeno ecig ormai è partito e non si potrà più fermare.

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