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Con estremo tempismo Anafe sospende Bove

di Stefano Caliciuri

Il consiglio direttivo di Anafe, l’associazione confindustriale del comparto fumo elettronico, sospende Arcangelo Bove. Con la richiesta di ingresso di Svapoforniture ancora in stand-by, si riducono così  a sette le aziende rappresentate.

Con una nota diffusa dalla sede di via Beccaria a Roma, il presidente Massimiliano Mancini (FlavourArt) ha ufficializzato “la sospensione del socio Arcangelo Bove, titolare delle società Arcbo doo e Svapoweb Srl. Tale misura rappresenta un atto dovuto ai sensi dell’art. 8.5, ultimo punto, dello Statuto, il quale specifica che tra i poteri di detto organo figura quello di “procedere, all’inizio di ogni anno sociale e ogni volta che ve ne sia la necessità, alla revisione degli elenchi dei soci per accertare la permanenza dei requisiti di ammissione di ciascun socio prendendo gli opportuni provvedimenti in caso contrario“.

In un settore vessato e bistrattato come quello del fumo elettronico ben vengano i controlli e le tutele, soprattutto se rivolte alla tutela dei consumatori. Fa specie però che un tale provvedimento sia stato adottato a neppure ventiquattro ore dalla pubblicazione di un comunicato stampa (!) dei carabinieri e senza aver audito preventivamente il diretto interessato. La sospensione, appare più che altro un provvedimento pilatesco: “Non ti difendo ma non ti caccio”. Ma anche una decisione a senso unico che impregna di giustizialismo i vertici di Anafe, non rendendo onore a chi vorrebbe e dovrebbe rappresentare l’eccellenza del made in Italy del settore. Il caso Svapoweb, dunque, ha creato un precedente anche in seno ad Anafe. Se questa volta vale il detto “dura lex sed lex”, la speranza è che la prossima volta valga “la legge è uguale per tutti”.

RICEVIAMO DAL DIRETTIVO ANAFE E PUBBLICHIAMO:
“E’ falso che Arcangelo Bove non sia stato sentito, essendo invece stato informato con grande anticipo. Le parole sono state scelte con attenzione, cercando anche di mantenere equilibrio nella decisione auspicando una pronta e positiva risoluzione della vicenda. A ciò si aggiunge il fatto di come la decisione sia un atto dovuto. Stiamo comunque provando ad aiutarlo nei modi possibili che non devono certo essere pubblicizzati, essendo una vicenda legale”.

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