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di Teodoro Brandis
Un grande summit politico-scientifico sul vaping. Si terrà il 9 maggio a Parigi e si prefigge di far uscire dal ghetto mediatico il settore del fumo elettronico. Ma anche aprire qualche armadio per mostrare i numerosi scheletri nascosti delle multinaizonali del tabacco supportate dalle loro lobby.
L’ideatore dell’evento è il professor Jacques le Houezec, da decenni tra i principali studiosi in materia di dipendenza dal tabacco e sostenitore del vaping. Qualche tempo fa ha rinunciato un imponente sostegno finanziario per supportare una ricerca sulle ecig: ha spiegato che una ricerca davvero indipendente non può piegarsi all’elargizione di denaro da parte di multinazionali, governi o parti in causa. Per trovare i soldi necassari, ha affidato la ricerca al web, attraverso un programma di crownfounding. Sul palco con lui anche altre figure di spicco della comunità scientifica: lo pneomologo Bertrand Dautzenberg, il professor Didier Jayle, ma anche Pierre Bartsch, Derek Yach, Ann McNeill e, la punta di diamante, Jean-François Etter.
Il summit è stato pensato come momento pubblico di confronto tra comunità scientifica, vapers e associazioni di categoria francesi. L’intento è partecipare alla stesura del decreto che recepirà la Direttiva europea sui tabacchi che in Francia è ancora nella fase del confronto. Hanno già annunciato la loro presenza Aiduce, Fivape, Oft, INC Que choisir, Alliance contre le Tabac. Il mondo del vaping francese si sta dunque strutturando per affrontare in maniera unita e unitaria detrattori e interessi di bottega. Perchè “soltanto un blocco comune, un fronte compatto sotto l’egida del vaping potrà combattere contro gli interessi delle lobby farmaceutiche e del tabacco e contro interessi personalistici di strutture in seno al Palazzo“.