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Sistema di ricarica, l’Unione europea scopre l’acqua calda

Ad un mese dall'introduzione della Tpd, l'Unione europea ha finalmente svelato quali caratteristiche tecniche dovranno avere i meccanismi di ricarica delle sigarette elettroniche. Una gestazione travagliata che ha portato a precisazioni puntuali. L'ago del flacone, ad esempio, per poter essere utilizzato dovrà essere più piccolo del foro in cui dovrà entrare.

di Stefano Caliciuri

Si sono riuniti decine di volte. Hanno atteso sino all’ultimo ma ad un mese dalla scadenza sono riusciti a produrre un documento che finalmente dà certezze nel settore del fumo elettronico. E regole chiare, inequivocabili, senza possibilità di errore. D’altronde il compito dell’Unione europea è tracciare i perimetri entro cui un comparto economico deve operare. L’attesa dunque è finita: con la pubblicazione della decisione dell’Unione 586/2016 si scrivono nero su bianco le norme tecniche sul meccanismo di ricarica delle sigarette elettroniche.

Dopo una lunga premessa fatta di sette punti su cui non vale la pena addentrarsi, si entra nello specifico del provvedimento.
Le sigarette elettroniche e i meccanismi di ricarica potranno essere venduti soltanto se il meccanismo di ricarica soddisfa almeno uno dei punti successivamente elencati. Ricordiamo che, come definito dall’articolo 2 della Tpd, le sigarette elettroniche sono i dispositivi precaricati con nicotina o funzionamenti a cartucce usa e getta (cigalike) mentre per quanto riguarda i flaconi di ricarica si intendono soltanto quelli contenenti nicotina.

L’Unione europa ha dunque definitivamente detto che il contenitore del liquido di ricarica (con nicotina) deve essere dotato di un ago più stretto del foro di ricarica dell’atom (non potrebbe essere altrimenti…). Se capovolto, il contenitore non deve ricarica2sgocciolare. O meglio – e qui la Mente Europea dà il meglio di se stessa – può sgocciolare ma non possono uscire più di venti gocce al minuto ad una temperatura atmosferica compresa tra i 15 e i 25 gradi centigradi. In parole povere, è sufficiente adottare il flacone di beccuccio antisgocciolamento. Ma anche il classico beccuccio con ago: provate a capovolgerlo e vedrete che già ora non accade nulla.

Le cartucce precaricate, invece, dovranno rilasciare il liquido soltanto quando collegate alla sigaretta elettronica. In altre parole, una semplice cartuccia di ricarica da inserire nell’alloggiamento sotto l’atomizzatore della ecig.

Completa il documento le precisazioni sulle etichette che dovranno contenere le istruzioni destinate al consumatore su come “montare” la cartuccia di ricarica. Ovvero: “apri il pacchetto, inserisci la cartuccia nell’alloggiamento, butta il pacchetto nella spazzatura“. Oppure: “Sfila il copriago, inserisci l’ago nel foro di ricarica, premi il flacone sino a quando il liquido non ha riempito l’atomizzatore, estrai l’ago, ricopri l’ago”. I produttori potranno spiegare tutto questo anche con disegni che mostrano le varie fasi della ricarica.

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