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Le sigarette elettroniche possono aiutare a ridurre la dipendenza da tabacco e i danni ad esso correlati negli individui con gravi malattie mentali senza esacerbare i sintomi della loro psicopatologia. Lo dice uno studio pilota condotto da ricercatori del King’s College di Londra e della London South Bank University, presentato pochi giorni fa a Firenze durante il meeting biennale della Schizophrenia International Research Society.
Per questa ricerca sono stati reclutati trentasei fumatori di età compresa fra i 18 e i 70 anni registrati presso un Mental health service di Londra. Le diagnosi dei partecipanti andavano dalla schizofrenia al disturbo bipolare, a quello schizoaffettivo o schizofreniforme. Tutti hanno ricevuto una sigaretta elettronica di prima generazione con nicotina a 4,5% e sono stati incoraggiati a usarla al posto delle sigarette di tabacco per sei settimane.
I pazienti sono stati valutati su base settimanale per dodici settimane e poi ancora per altre dodici, registrando l’uso di sigarette elettroniche e di quelle convenzionali, il monossido di carbonio espirato e il picco di flusso espiratorio. Sempre settimanalmente sono stati valutati i sintomi psicotici in base alla Panss (Positive and negative syndrome scale).
Alla decima settimana i ricercatori hanno registrato una riduzione significativa nel consumo di sigarette tradizionali (e anche dell’ecig nel follow-up). Inoltre alla sesta settimana si registrava una diminuzione significativa del monossido di carbonio espirato, mentre il picco di flusso respiratorio è rimasto praticamente invariato per tutto il corso dello studio. Sempre alla sesta settimana il 44 per cento dei pazienti coinvolti ha addirittura dichiarato di voler continuare ad usare la sigaretta elettronica. Ma la cosa fondamentale è che non vi sono state variazioni significative nei sintomi psicotici, elemento fondamentale per questi pazienti.
Lauren Hickling dell’Istituto di Psichiatria, psicologia e neuroscienze del King’s College London, leader del gruppo di ricerca, ha dichiarato di aver utilizzato sigarette elettroniche usa e getta per comodità dei pazienti, nuovi a questa tecnologia. Si aspetta però che i risultati sarebbero uguali o addirittura migliori utilizzando ecig di seconda o terza generazione, che consentono di regolare l’hit della nicotina. “A scanso di equivoci – conclude Hickling – sottolineo che abbiamo utilizzato l’unica cigalike non prodotta da un’azienda del tabacco, quindi non stiamo finanziando l’industria del tabacco”.