Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Informazione vs. pubblicità; Box vs. sigaretta elettronica

La domanda da porsi ogni qual volta sorge un dubbio è: qui c'è nicotina? Sto vendendo, utilizzando, pubblicizzando, utilizzando nicotina? Banalmente, se la risposta è sì allora il prodotto è sopposto ai vincoli della Tpd. Altrimenti c'è totale libertà di pubblicazione, di sponsorizzazione, di utilizzo, di vendita, di acquisto.

La Commissione europea ha pubblicato un rapporto sui rischi potenziali alla salute pubblica causati dall’utilizzo di liquidi con nicotina. Il documento è stato indirizzato al Consiglio e al Parlamento europeo.
I rischi potenziali, secondo i redattori del testo, sono essenzialmente quattro:
-intossicazione per ingestione, pericolo soprattutto per i bambini;
-reazioni cutanee in seguito a contatto con la nicotina;
-rischi dovuti alle miscele fatte in case, ovvero alla manipolazione di nicotina senza le dovute competenze o precauzioni;
-utilizzo di combinazioni non sicure tra batteria e resistenze, anch’esse fatte in casa o non testate da enti di certificazione.

Considerazioni che, francamente, lasciano il tempo che trovano: sono tutte ovvie precauzioni da adottare o, ben più semplicemente paure infondate se si usassero liquidi o devices di origine certificata. Prova ne sia, a esempio, questa ricerca condotta dall’Università di Torino ed il cui responsabile ne descrisse i contenuti in un’intervista da noi pubblicata. E’ la stessa differenza che può esserci tra un distillato prodotto in cantina ed uno prodotto da un’azienda monitorata e certificata. Esiste il fenomeno della contraffazione e della produzione abusiva, ma non per questo vengoo colpiti tutti i produttori. Una norma di sicurezza dovrebbe colpire la causa (contraffazione), non l’oggetto (vendita e consumo).

Utilizzando la stessa logica, si potrebbe obiettare che i saponi liquidi o gli shampoo con immagini fruttate o floreali sono potenzialmenti pericolosi perchè inducono i bambini in errore e nella tentazione di berlo. Si utilizzano due pesi e due misure? Probabilmente sì.
Purtroppo, o per fortuna, la Tpd regola soltanto la nicotina e tutto ciò che la contiene. Divieti, prescrizioni, obblighi: tutto si riferisce sempre e soltanto alla nicotina. La domanda da porsi ogni qual volta sorge un dubbio è: qui c’è nicotina? Sto vendendo, utilizzando, pubblicizzando, utilizzando nicotina? Banalmente, se la risposta è sì allora il prodotto è sopposto ai vincoli della Tpd. Altrimenti c’è totale libertà di pubblicazione, di sponsorizzazione, di utilizzo, di vendita, di acquisto. Un drip non contiene nicotina; una batteria non contiene nicotina, un atom non è una sigaretta elettronica. Ma soprattutto, non bisogna confondere l’informazione con la pubblicità. Mentre la prima è rigidamente regolata dalla Legge sulla stampa, sull’editoria, normata da codici e regolamenti; la seconda è un mero annuncio commerciale frutto di una transazione. L’informazione è un diritto-dovere costituzionale; l’inserzione pubblicitaria e le comunicazioni commerciali sono possibilità di investimento tra soggetti economici-produttivi.
Per conoscere sino in fondo i dettati della Tpd, soprattutto sul fronte della comunicazione commerciale (pubblicità) sarà interessante seguire il convegno che si terrà al Vapitaly nella giornata del lunedì 30. L’avvocato Nicodemo, massimo esperto nazionale in materia di normativa sul fumo elettronico, e il professor Tagliaferri, “guru” della comunicazione pubblica e istituzionale, forniranno certamente informazioni utili e incontestabili su come, dove e cosa poter comunicare.

sigmagazine-cbd-2

Articoli correlati