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Angelo Sbarra: “Altro che Tpd, il vero pericolo siamo noi stessi”

Il sessantenne milanese che proviene dal mondo dell’editoria di libri d’arte e del merchandising per i musei rappresenta un volto diverso e un po’ inconsueto nel mondo del vaping.

Era difficile non notare Angelo Sbarra nella variopinta fiera del vaping di Verona. Fra omaccioni tatuati, ragazze immagine pettorute, espositori iperattivi, si muoveva un signore distinto in abito scuro, camicia azzurra e cravatta rossa. Ha spesso lasciato la conduzione dello stand ai suoi giovani collaboratori per seguire tutti i convegni di approfondimento in programma e si è adoperato insieme allo staff per far sentire gli ospiti a proprio agio. Così il sessantenne milanese che proviene dal mondo dell’editoria di libri d’arte e del merchandising per i musei, ha mostrato un volto diverso e un po’ inconsueto del mondo del vaping. A cominciare dall’allestimento del suo stand VIP (Vape International Products) dove era esposta l’opera “Io e il panda” dell’artista cinese Zhao Bandi, che ha partecipato ad una delle passate edizioni della Biennale d’arte di Venezia.

Come è passato dai libri d’arte al vaping?
Mi ero preso un anno sabbatico dalla mia attività per decidere del mio futuro. Al tempo fumavo 50 sigarette al giorno e per Natale del 2012 ricevetti in regalo una sigaretta elettronica. Mi piacque e dunque mi recai in un negozio a comprare dei liquidi di ricarica. Mi cadde subito l’occhio sul numero dello scontrino: era il centoventesimo in un normale giovedì pomeriggio. Significava che c’era un grosso mercato.

Così decise di aprire un negozio?
sbarra3Sì, anche se noi abbiamo aperto il primo negozio nell’aprile del 2013, quindi abbiamo perso il periodo del grande boom. Abbiamo iniziato come franchisee, poi invece abbiamo scelto un’altra strada ed oggi abbiamo tre punti vendita su Milano con il marchio Do It Art vape store. Ultimamente abbiamo deciso di buttarci anche nella distribuzione ai rivenditori con VIP. Siamo distributori esclusivi dell’azienda francese di liquidi Liquideo e a Vapitaly abbiamo presentato il nostro primo hardware. Si tratta di due vape kit con batterie a 30 o 50 watt realizzati da Inshare. Crediamo molto in questo prodotto.

Come va questa nuova impresa?
Il sito è attivo da soli due mesi, quindi siamo ancora nella fase di start up. La nostra politica è quella del “pochi ma buoni”. Non abbiamo fretta, cerchiamo professionisti affidabili per instaurare relazioni lunghe e importanti. Nel contempo crediamo molto nelle nostre proposte di e-liquids e siamo convinti di poter rispondere a tutte le esigenze del vaping.

La Tpd, quindi, non vi spaventa.
sbarra2Il vaping è un fenomeno difficile da fermare, Tpd o no. È un mercato interessante e in forte crescita. Noi, per esempio, nel 2014 abbiamo raddoppiato il fatturato del nostro negozio e e nel 2015 siamo cresciuti di un ulteriore 60%. Il mercato è dinamico, di facile accesso e l’innovazione è continua. È vero che abbiamo dei grandi nemici, come big pharma e big tobacco, ma a volte penso che il maggiore pericolo venga da noi stessi.

In che modo?
Nel settore c’è stata e c’è ancora dell’improvvisazione e del dilettantismo. Per questo io sono molto favorevole ad una regolamentazione. Questo opererà una selezione e darà vita ad un mercato fatto da realtà più strutturate. Sono convinto che così il vaping avrà un grande futuro.

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