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Brexit o Bremain? Il peso dei vapers nel futuro della Ue

La Gran Bretagna decide se rimanere o abbandonare l'Unione europea. Secondo i sondaggi i vapers potrebbero essere fondamentali sull'esito del referendum.

di Barbara Mennitti

Finalmente ci siamo. Oggi i cittadini britannici si recheranno alle urne per decidere se restare nell’Unione europea o abbandonarla. Un voto atteso e temuto in tutto il Continente, perché le sue implicazioni politiche ed economiche minacciano sentire ben oltre il canale della Manica. La forchetta fra i favorevoli e i contrari all’Ue rimane talmente vicina in tutti i sondaggi, che è impossibile prevedere con un discreto margine di sicurezza il risultato della consultazione. Una cosa però è certa: mai come questa volta ogni singolo voto conta.

brexit2È per questo che ci si interroga sul voto dei vapers britannici e, soprattutto, ci si chiede se sarà proprio la loro affezione per la sigaretta elettronica a far pendere il voto per il sì o per il no. Dopotutto per molti di loro l’ecig è direttamente collegata alla salute e al risparmio, due temi importanti. La recente entrata in vigore della legge di recepimento della Tpd, la direttiva che di fatto limita molto il mercato del vaping includendolo fra i prodotti del tabacco, sembra fornire con terribile tempismo un esempio perfetto di come l’Ue imponga le sue ragioni sulla testa dei cittadini e anche dei governi nazionali. La Gran Bretagna è il Paese dove la comunità scientifica si è più sbilanciata a favore della sigaretta elettronica e persino il premier Cameron ha rilasciato delle dichiarazioni a favore del device per combattere il tabagismo. Eppure il governo non ha potuto esimersi da approvare una legge che limita l’accesso all’ecig.

Dopo il sondaggio del blog Ashtray, anche Vape Club ha voluto sondare le intenzioni di voto dei vapers, affidando il compito a Populus, una società indipendente che fra il 3 e il 5 giugno ha sentito 581 consumatori in fasi differenti della loro esperienza di vapers. Il quadro che viene fuori è piuttosto chiaro. Il 39% dei vapers è insoddisfatto di come il governo abbia gestito la regolamentazione europea, mentre solo il 18% se ne dichiara soddisfatto. Il 45% imputa la direttiva europea all’eccessiva influenza delle aziende del tabacco e di quelle farmaceutiche. I due terzi dei vapers, poi, ritengono che la loro salute sia migliorata dopo essere passati alle sigarette elettroniche, mentre il risparmio in termini economici tocca una media di 1248 sterline all’anno: un totale di 3,4 miliardi di sterline risparmiate.

brexit3Questo risparmio corrisponde a 8,3 miliardi di sigarette non fumate che, messe in fila – spiega Populus – equivalgono a 16,7 volte la circonferenza del globo terrestre. Per tutti questi motivi, alla domanda cruciale del sondaggio il 49% degli utilizzatori di ecigarette ha risposto che voterà per lasciare l’Unione europea, mentre il 40% si esprimerà per rimanere. Una percentuale per la Brexit che Populus quantifica in 260mila voti che nel testa a testa del referendum potrebbero anche risultare determinanti. Ma mai come questa volta il voto è incerto e non è detto che le intenzioni raccolte a venti giorni dal voto si confermino nelle urne.

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