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Chiusura e-shop, in Austria si ricorre in Corte costituzionale

Secondo i ricorrenti, la legge austriaca configurerebbe una differenza di trattamento dei commercianti all’interno dell’Unione europea e rappresenterebbe una limitazione al diritto al libero commercio e alla protezione dei propri investimenti.

di Beatrice Mauri

Gli shop online di sigarette elettroniche sono sul piede di guerra in Austria. È una guerra per difendere la loro stessa esistenza. Infatti la legge nazionale di recepimento della Tpd, entrata in vigore lo scorso 20 maggio, proibisce la vendita online di “sigarette e prodotti affini” fra i quali, inutile dirlo, ci sono liquidi e hardware per lo svapo. I trasgressori, prevede la normativa austriaca, saranno puniti con una multa che può arrivare a 7500 euro e in caso di recidiva la soglia massima si alza a 15mila euro. Ma i venditori online non ci stanno e sono decisi a dare battaglia. Ieri Andreas Lechner, titolare dell’azienda Austrian Taste di Baden ha presentato un ricorso alla corte costituzionale austriaca. Lo stesso farà la settimana prossima Thomas Baburek, presidente dell’Associazione dei rivenditori di dispositivi per il fumo elettronico.
L’argomento dei ricorrenti è che la legge austriaca configurerebbe una differenza di trattamento dei commercianti all’interno dell’Unione europea e rappresenterebbe una limitazione al diritto al libero commercio e alla protezione dei propri investimenti. La legge austriaca, infatti, non ha previsto alcun periodo di transizione per permettere ai commercianti di fare delle svendite. L’iniziativa dei commercianti online austriaci al momento rimane all’interno dei confini nazionali, ma è il caso di tenerla d’occhio. Se mai un giudice dovesse dare ragione ai ricorrenti e mettere in dubbio l’accostamento dei prodotti per il vaping con quelli del tabacco, si aprirebbero prospettive interessanti per l’intero Continente.

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