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Sigarette elettroniche, Lorenzin chiamata a rispondere in Parlamento

L'onorevole Adriana Galgano (Civici e Innovatori) presenta un'interrogazione rivolta al Ministro della Salute sui motivi che spingono il Ministero a disinteressarsi della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno e anticipa a Sigmagazine la presentazione di un emendamento per rimodulare la tassa.

di Stefano Caliciuri

Occorre “approfondire scientificamente e con urgenza il ruolo delle e-cig come alternativa al tabacco. Una regolamentazione ragionevole e proporzionata delle sigarette elettroniche potrebbe salvare milioni di vite e, di conseguenza, riuscirebbe a ridurre le enormi spese legate alla prevenzione e alla cura di malattie correlate al fumo per tutti i singoli Stati, poiché secondo l’ampio rapporto condotto nel Regno Unito per conto di Public Health England, l’autorità sanitaria inglese, le elettroniche sono per il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali“. Parole contenute nell’interrogazione che Adriana Galgano (Civici e Innovatori) ha presentato in Commissione Affari Sociali e a cui sarà chiamata a rispondere in tempi brevi il ministro alla salute Beatrice Lorenzin. “Il 20 settembre scorso – si legge ancora nell’interrogazione – il professor Riccardo Polosa, ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Catania e direttore scientifico della Lega italiana anti fumo, ha recapitato al Ministro della salute, a nome del Comitato Scientifico per la ricerca sulla sigaretta elettronica, una lettera che suggerisce la promozione del vaping nell’ambito delle politiche sanitarie di contrasto dei danni da fumo. Sono circa 700.000 l’anno i morti da fumo in Europa e l’80 per cento di questi decessi sarebbe evitabile con una buona attività di prevenzione. Le persone fumano per la nicotina ma muoiono per il fumo e questo perché la stragrande maggioranza delle malattie fumo correlate nasce dall’inalazione di catrame, particelle e gas tossici. Al contrario le sigarette elettroniche possono rilasciare nicotina al netto delle sostanze tossiche presenti nel fumo di sigaretta“. Perché dunque non utilizzare le incredibili potenzialità della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno?

schermata-10-2457679-alle-15-45-26L’impegno dell’onorevole Galgano sul fronte del vaping non è nuovo. Fu tra i primi parlamentari ad accogliere, nel luglio 2013, le richieste dei manifestanti del settore scesi in piazza Montecitorio. Ne conseguirono tre anni di impegno e di tentativi di rimodulazione della normativa attraverso presentazione di emendamenti per togliere prima la tassazione del 58,5 per cento su ogni componente e poi rimodulare la tassazione a seconda del livello di nicotina. “Sono fortemente convinta che il vapore non è fumo e il messaggio deve passare nell’opinione pubblica il più forte possibile – ha commentato a Sigmagazine l’onorevole Galgano – Spero che anche le istituzioni possano finalmente rendersene conto ed è questo il periodo giusto per affrontare e riformare la normativa. La nostra convinzione va al di là di ogni pressione lobbistica. Siamo fortemente convinti che l’utilizzo della sigaretta elettronica possa drasticamente abbassare la spesa sanitaria e, al contempo, riutilizzare il risparmio in prevenzione antitumorale e cure oncologiche. Il mio gruppo in generale ed io in particolare sosteniamo da sempre che la vera chiave di volta per superare le crisi e per rilanciare l’economia sia l’innovazione. E allora, quale strumento più innovativo della sigaretta elettronica per smettere di fumare e per combattere i danni derivanti dal vizio del fumo? A risposta avvenuta, posso annunciare sin da ora che presenteremo emendamenti in Legge di Bilancio a sostegno del settore e per rimodulare la tassa”.

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