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Chi sceglie la sigaretta elettronica vuole salvaguardare la propria salute

Uno studio del Laboratoire de Rechérche en Science Humaine francese ha seguito abitudini e motivazioni dei vapers per fornire elementi utili a professionisti della salute e decisori politici.

Quattordici mesi a seguire un gruppo di utilizzatori di sigaretta elettronica, osservando le loro pratiche, il modo in cui utilizzavano lo strumento e molte implicazioni. È quello che hanno fatto le ricercatrici Astrid Fontaine, Sonia Laugier e Fernanda Artigas del Laboratoire de Recherche en Science Humaines con il sostegno della Direction Générale de la Santé francese. I risultati sono raccolti in un rapporto di 214 pagine che offre molti spunti interessanti. Gli scopi dichiarati dello studio erano ottenere degli elementi sulle pratiche e l’utilizzo della sigaretta elettronica, documentare un fenomeno in espansione che ha un impatto sulla salute pubblica e fornire degli elementi di comprensione a chi prende decisioni politiche, ai professionisti della lotta al tabacco e agli stessi utilizzatori di ecig.
ejuicesA questo scopo sono state condotte interviste su 24 svapatori, 15 uomini e nove donne fra i 16 e i 56 anni, con profili, motivazioni e prospettive diverse. Particolare attenzione è stata posta ai giovani, visto che nove intervistati erano di età compresa fra i 16 e i 26 anni. Dalle interviste è emerso che il motivo che spinge verso la sigaretta elettronica è la preoccupazione per la propria salute. Il vaping rappresenta per tutti un modo di fumare “più sano” e “senza gli inconvenienti del tabacco”, siano essi più banali – cattivo odore in casa, alito cattivo, ingiallimento di denti e dita, fastidio ai non fumatori, tosse e mal di testa – o più seri, come cancro e patologie gravi. Insomma, anche i grandi fumatori erano ben consci della tossicità e della pericolosità del tabacco, mentre la sigaretta elettronica rappresentava la prospettiva di continuare a fumare in maniera più sana.
Ma se lo scopo primario era lo stesso – preservare la salute – le aspettative verso l’ecig erano diverse. I ricercatori hanno identificato quattro diverse posizioni. Per alcuni la sigaretta elettronica era un mezzo un sostituto del tabacco e il loro obiettivo era quello di continuare a fumare in maniera più sana. Per altri era uno strumento di passaggio temporaneo per arrivare all’astinenza completa tanto dal tabacco quanto dall’ecig. Per altri ancora, invece, era un mezzo per ridurre e controllare il consumo di tabacco, alternando sigaretta elettronica e tradizionale. Un ultimo gruppo, infine, si è avvicinato al vaporizzatore personale per pura curiosità, senza una precisa volontà di smettere di fumare e si è trovato disinteressato al tabacco “suo malgrado” e “in maniera del tutto naturale”.
polmoni verdiÈ proprio questo ultimo gruppo a mostrare nel tempo le evoluzioni più disparate: c’è chi non ha mai più toccato una sigaretta di tabacco e chi è tornato a fumare più di prima. In generale undici fra gli intervistati sono riusciti a smettere completamente di fumare, sei continuano a fare un uso misto di sigaretta elettronica e tradizionale e altre sei hanno abbandonato la sigaretta elettronica e ripreso il tabacco. Secondo lo studio i fallimenti – di smettere di fumare o di ridurre le sigarette – sono spesso dovuti a mancanza d’informazione sul corretto utilizzo dell’ecig o ai messaggi e alle prese di posizione contraddittori e allarmistici da parte di istituzioni e autorità sanitarie. Chi invece ha raggiunto il suo obiettivo racconta di aver scoperto un nuovo piacere, di non sopportare più l’odore del fumo e di avere maggiore stima di sé e meno senso di colpa.
Non trova conferma nemmeno in questo studio la controversa teoria del gateway effect, cioè che il vaping sarebbe una via d’ingresso verso il tabagismo. “Nessun elemento nelle testimonianze che abbiamo raccolto – scrivono le ricercatrici – lascia pensare che la sigaretta elettronica possa essere una ‘porta d’ingresso verso il tabacco’ per gli utilizzatori più giovani”.

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