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Philip Morris sostiene la sigaretta elettronica “per un mondo senza fumo”

Nel parere consegnato al ministero della salute neozelandese, il colosso del tabacco chiede regole leggere per i prodotti del vaping e senza combustione.

di Barbara Mennitti

Immaginiamo un mondo senza fumo dove una vasta gamma di prodotti meno dannosi, alternativi alle sigarette, soddisferà la costante richiesta di tabacco e nicotina”. La frase, riportata dal giornale neozelandese Stuff, fa una certa impressione se è contenuta in una dichiarazione di Philip Morris, il colosso dell’industria del tabacco. L’azienda ha infatti rivolto un appello al governo neozelandese perché usi la mano leggera nel regolamentare il suo riscaldatore di tabacco. Il Ministero della salute sta al momento raccogliendo pareri in vista di una regolamentazione delle sigarette elettroniche e Philip Morris si vuole assicurare che il suo prodotto, che riscalda il tabacco senza bruciarlo, non resti escluso.
L’appello si spinge più in là: “Pensiamo che le sigarette elettroniche dovrebbero essere reperibili almeno come quelle tradizionali, ma suggeriamo che siano regolamentate diversamente per incoraggiare i fumatori ad utilizzarle”. Fare altrimenti – riporta sempre Stuff – vorrebbe dire “agire contro la scienza e contro l’obiettivo sanitario di ridurre i danni provocati dal tabacco”. Per questo si chiede al governo di non estendere alle ecig il divieto di pubblicità che si applica alle sigarette, così come l’imposizione dei pacchetti neutri o degli ammonimenti per la salute sulle confezioni. Questo renderebbe difficile al pubblico differenziare fra due prodotti non assimilabili.
schermata-10-2457669-alle-13-31-13Infine la questione fiscale. Philip Morris chiede che gli eliquids e i riscaldatori di tabacco siano tassati in maniera lieve o non lo siano affatto e che sia possibile utilizzarli anche dove è vietato fumare con esclusione di luoghi come le scuole o gli ospedali. Invoca, inoltre, una regolamentazione flessibile, visto che si tratta di un settore in cui l’evoluzione tecnologica è estremamente rapida. Questo parere, insieme agli altri ricevuti, saranno comunicati dal Ministero della Salute al governo nelle prossime settimane.
Big Tobacco, insomma, è pronta ad abbandonare le sigarette tradizionali per gettarsi con tutto il suo peso nel campo dei metodi alternativi? Così parrebbe, almeno a leggere queste dichiarazioni. A seconda di come la si interpreti, per il settore questa può essere una buona o una cattiva notizia. Buona perché si avranno alleati potenti e strutturati nella battaglia per la libertà di vaping; cattiva perché colossi del genere rischiano di cannibalizzare i concorrenti, monopolizzando il mercato. Per la salute pubblica, però, si tratta senz’altro di un’ottima notizia.

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