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“Chi usa la sigaretta elettronica non può essere considerato un fumatore”

Il governo neozelandese pubblica un vademecum per i medici secondo cui “la nicotina contenuta nel tabacco non è la causa degli effetti negativi del fumo” e “per i fumatori la nicotina contenuta nelle ecig rappresenta un pericolo minimo”.

di Barbara Mennitti

Il Ministero della Salute neozelandese ha pubblicato un vademecum destinato agli operatori sanitari su come fornire assistenza ai fumatori che vogliono utilizzare la sigaretta elettronica. L’iniziativa è singolare perché al momento nel Paese la sigaretta elettronica non è considerata uno strumento per smettere di fumare. Anzi, in Nuova Zelanda i prodotti contenenti nicotina non possono essere venduti se non sono stati approvati da Medsafe (l’istituto di salute pubblica) e nessuna sigaretta elettronica è stata finora approvata come metodo per smettere di fumare, al contrario di gomme e cerotti alla nicotina. “Tuttaviasi legge nel vademecumè possibile acquistare il prodotto online per uso personale”.
E dunque sembra che il Ministero con questa iniziativa salti a piè pari autorizzazioni e lungaggini burocratiche, riconoscendo in qualche modo un metodo che si sta imponendo fra i fumatori malgrado governi e autorità sanitarie. Tanto che il Ministero, dopo aver sottolineato che non ha ancora dati per consigliare con sufficiente sicurezza l’ecig, scrive: “Alcune persone scelgono la sigaretta elettronica oltre a terapie approvate per smettere di fumare. Va bene – non devono essere scoraggiati dall’usare la sigaretta elettronica”. Se questo non è un battesimo, diciamo che ci assomiglia molto.
Infatti quando si giunge a parlare dell’efficacia dell’ecig per smettere di fumare, il Ministero riporta i risultati di studi controllati randomizzati su sei mesi dai quali emerge la validità della sigaretta elettronica con nicotina. E quando si viene ai rischi, non si può che riconoscere che “la nicotina contenuta nel tabacco non è la causa degli effetti negativi del fumo” e che “per i fumatori la nicotina contenuta nelle ecig rappresenta un pericolo minimo”. I fumatori, poi, sono già dipendenti dalla nicotina, dunque il vaping non aggiunge alcuna dipendenza e inoltre i vapers tendono a ridurre progressivamente il consumo di nicotina. “E’ provato – chiosa il vademecum – che le sigarette elettroniche comportano rischi molto minori per la salute per i fumatori che passano dal tabacco al vaping”.
Stesso discorso per quanto riguarda la pericolosità delle tossine contenute nel vapore e al pericolo da vapore passivo: sebbene si attendano dati definitivi, è certo che entrambi sono meno dannosi del fumo da combustione del tabacco. Tanto che, quando si viene alla classificazione dei pazienti, il Ministero indica che i fumatori che sono passati completamente alla sigaretta elettronica devono essere classificati come ex fumatori. In sostanza in Nuova Zelanda la sigaretta elettronica contenente nicotina non è legale e non è riconosciuta come metodo per smettere di fumare; il servizio sanitario non può prescriverla e i medici consigliarla ufficialmente. Però ne possono discutere con i loro pazienti, perché fa meno male della sigaretta di tabacco e chi la usa diventa un ex fumatore. In questo momento di più non si poteva chiedere al Ministero della salute.

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