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“La sigaretta elettronica non causa bronchite cronica”

L’uso quotidiano dell’ecig riduce nel tempo la tosse: il monitoraggio regolare dei sintomi respiratori in fumatori affetti da asma che sono passati allo svapo quotidiano non ha dimostrato nessun aumento della tosse.

Le sigarette elettroniche causano bronchite cronica negli adolescenti? Sì, secondo uno studio condotto da un’equipe della University of Southern California su cinquecento giocani americani e recentemente pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical care. No, invece, secondo Riccardo Polosa che, anzi, in un comunicato Liaf ricorda come “studi prospettici condotti in cliniche specializzate hanno dimostrato che l’uso quotidiano dell’ecig (fino a 1 anno) riduce nel tempo la tosse e che il monitoraggio regolare (fino a 2 anni) dei sintomi respiratori in fumatori affetti da asma che sono passati allo svapo quotidiano, non ha dimostrato nessun aumento della tosse”. Conclusioni diametralmente opposte, dunque, dovute secondo il clinico catanese a errori metodologici.
polosaLo studio – spiega Polosa – non è scevro da seri difetti dal punto di vista metodologico. Innanzitutto, da come viene definito, l’uso della ecig in questa popolazione di studenti californiani è più attinente a forme di sperimentazione occasionale che non all’uso quotidiano del prodotto. La sperimentazione occasionale con ecig da sola può determinare un aumento della tosse”. È infatti abbastanza consueto che chi provi per la prima volta la sigaretta elettronica reagisca con un accesso di tosse. “Il vapore elettronico – dice Polosa – può causare irritazione e quindi scatenare il riflesso fisiologico della tosse. Ma la letteratura scientifica è concorde nello stabilire che questo sintomo è transitorio; si manifesta con le prime svapate ma poi tende a scemare via via che si svapa. Si tratta di una normale forma di adattamento dell’organismo alla inalazione di miscele Pg/Vg”.
Polosa rileva che lo studio della University of Southern California è stato condotto tramite sondaggi con questionari è dunque non è in grado di stabilire alcuna causa. “Gli autori – conclude il professore – stanno semplicemente descrivendo una associazione tra uno stimolo irritativo e un sintomo riflesso, ma non c’è nulla che dimostri che sintomi riflessi possano condurre a patologie respiratorie vere e proprie”.

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