Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Oms divisa sulla sigaretta elettronica, diplomazie a caccia di voti

Retroscena e possibili scenari dalla Conferenza modiale sul tabacco che si sta svolgendo a Nuova Dehli. Il braccio di ferro sulla sigaretta elettronica sta contrapponendo l'Europa alla Cina. In gioco non c'è soltanto uno strumento per vaporizzare nicotina ma la lotta per avere la supremazia politico-diplomatica sulla salute pubblica mondiale.

di Stefano Caliciuri

Giornalisti “accompagnati” fuori dalla conferenza, badge strappati dal collo, segnalazioni di espulsione all’ufficio di presidenza. L’Organizzazione mondiale della sanità sta usando le maniere forti contro la stampa e chiunque voglia dare evidenza ai lavori in corso a New Dehli su tabacco e sigarette elettroniche. La linea è chiara: impedire all’opinone pubblica di farsi un’idea indipendente e far emergere soltanto il documento finale, senza dare modo di capire quali siano le controversie ma soprattutto gli schieramenti a confronto. E a poco serve ricordare che l’Oms è un’agenzia dell’Onu, organizzazione finanziata dai contribuenti che ogni anno a maggio festeggia la giornata della libertà di stampa.
Far tacere 1500 delegati, però, non è semplice. E quindi cominciano a uscire le prime indiscrezioni sui rapporti di forza che si stanno delineando. La sigaretta elettronica e più in generali i dispositivi di nuova generazione sono il vero oggetto del contendere. L’Oms ha combattuto sin dagli esordi la diffusione dell’ecig, considerata uno strumento vizioso alla stregua del tabacco. schermata-11-2457703-alle-13-11-55Per spiegarne i motivi, senza entrare in dinamiche lobbistiche globali, potrebbe essere sufficiente dare un’occhiata alla biografia della direttrice generale Margaret Chan, cinese con un trascorso di dirigente alla salute pubblica ad Hong Kong. Laureata in medicina, il suo impegno è sempre stato indirizzato verso le malattie polmonari e le infezioni respiratorie. Governare un’isituzione multilaterale spinge chiunque a trascurare la formazione “sul campo”, affidandosi invece a orde di consulenti o colaboratori di fiducia. Ecco che il cane continua a mordersi la coda: tra yesmen e corti, difficilmente la parola del capo verrà messa in discussione.
img-20161110-wa0002La vera prova di forza di questo Cop7 potrebbe essere trovare una maggioranza alternativa alle posizioni ufficiali dell’Oms. E’ il blocco europeo il più attivo in questo senso. L’Italia è presente con una delegazione in rappresentanza del Ministero dell’Economia e del Ministero della Salute. Si sta lavorando per convincere la presidenza dell’Oms che la sigaretta elettronica – o meglio, i dispositivi di vaporizzazione – non ha nulla a che fare con il fumo e con il tabacco. E lo stanno facendo sventolando sotto gli occhi della presidente il testo della Direttiva europea che, non a caso, regolamenta il tabacco e tratta la sigaretta elettronica soltanto nella parte relativa alla nicotina. L’Europa è però in minoranza, sia in termini di Paesi che in termini di popolazione rappresentata. Occorre trovare una sponda nella parte sinistra della cartina del mondo.
schermata-11-2457703-alle-13-06-29La Cina – non a caso paese d’origine di Chan – influenza sia l’Asia che l’Africa, soprattutto per i molteplici investimenti e interessi economici intessuti nell’ultimo decennio. Oltretutto il grande obiettivo politico della Cina è avere il controllo totale del proprio territorio con la possibilità però di investire anche all’estero. Spesso si dimentica che la più grande azienda produttrice di sigarette di tabacco al mondo è la compagnia di bandiera cinese che controlla il 44 per cento del mercato mondiale. Per avere un metro di confronto, basti pensare che Philip Morris ne controlla circa il 17 per cento.
Potrebbe dunque apparire come una battaglia di second’ordine, ma vincere il braccio di ferro sulla sigaretta elettronica, ottenedo cioé il riconoscimento di strumento di riduzione del danno a sostegno della salute pubblica, per l’Europa significherebbe conquistare il rispetto delle diplomazie, bilanciare i contrappesi cino-thailandesi e affermare l’autorevolezza della comunità scientifica indipendente.

tutti-brand_1024x126_sigmagazine

 

 

Articoli correlati