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di Teodoro Brandis
Anche i vapers australiani lanciano una petizione affinché il governo metta mano alla normativa sul vaping. Ma l’Australia, a differenza dell’Italia, è ancora in una fase precedente: la vaporizzazione infatti non è legale. La petizione vuole dunque convincere i legislatori a riconoscere la sigaretta elettronica – liquidi con e senza nicotina – come uno strumento di riduzione del danno.
In quattro giorni sono state raccolte poco meno di mille firme.
Le petizioni sono uno strumento di sensibilizzazione popolare che nel settore del vaping spesso vengono utilizzate. Qualche mese fa anche l’Italia è stata protagonista di una eccellente iniziativa: in una settimana furono raccolte circa 4mila firme, poi consegnate ai componenti dell’intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica, per chieder loro di intervenire nella normativa affinchè il vapore on sia considerato come fumo, ovvero il settore delle ecig abbia digità legislativa autonoma non essendo equiparabile al tabacco.