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Anche la Russia cede alla tentazione: da gennaio nuova tassa sul vaping

Il Parlamento ha approvato gli emendamenti che introducono un prelievo sia sulle batterie e accessori che sui liquidi di ricarica.

di Barbara Mennitti

Dal primo gennaio del 2017 anche in Russia entrerà in vigore una tassa sui prodotti per il vaping. La decisione è stata presa lo scorso 18 novembre, quando in terza lettura sono stati adottati gli emendamenti al codice di disciplina fiscale che prevedono l’introduzione di accise sulle sigarette elettroniche e sui riscaldatori di tabacco. Dall’inizio del prossimo anno, dunque, le sigarette elettroniche saranno soggette ad una tassa di 40 rubli per unità (circa 60 centesimi di euro). Per i liquidi, invece, il prelievo fiscale imposto è di 10 rubli (15 centesimi di euro) per millilitro. E già dall’ottobre scorso i produttori del settore avevano avvisato che l’introduzione di una tassa si sarebbe tradotta in un forte aumento dei prezzi al dettaglio per il mercato russo.
Un mercato sul quale non esistono cifre ufficiali, ma che dovrebbe contare all’incirca 1 milione e mezzo di consumatori (mentre i fumatori sono 40 milioni su una popolazione di circa 150), secondo le stime dell’agenzia di stampa privata Interfax, citate dal sito francese Vapateurs.net. I dati sono stati indicati dal presidente dell’associazione degli operatori del settore Maksim Korolev, che si è a sua volta basato sulle informazioni fornite dalle autorità di dogana e le statistiche delle vendite al dettaglio. Nonostante l’incertezza delle fonti, però, Korolev si sente in grado di affermare che nell’ultimo anno il numero degli utilizzatori di sigaretta elettronica in Russia è aumentato di cinque punti, dal 20 al 25 per cento.
stalinMa anche senza ricerche statistiche che forniscano dati ufficiali, ci sono molti segnali che indicano che quello russo è un mercato pieno di potenzialità per la sigaretta elettronica. A dimostrare come nell’immaginario collettivo lo strumento sia sinonimo di novità e freschezza, ricordiamo la campagna del Partito comunista russo della scorsa primavera. Volendo darsi un tono trendy e richiamare gli elettori più giovani, i maggiorenti del partito affidarono la comunicazione all’artista Igor Petrygin-Rodionov, che trasformò Stalin, Lenin e Marx in una sorta di icone pop. E per rendere digeribile anche Josip Stalin, non trovò niente di meglio che mettergli in bocca una scintillante box. Naturalmente rossa.

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