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di Barbara Mennitti
Per una settimana, dal 4 all’11 novembre scorsi, l’associazione francese Sovape ha lanciato una “Consultazione pubblica sulla libertà d’espressione, la propaganda e la pubblicità per lo svapo”. L’iniziativa era rivolta agli utilizzatori di sigaretta elettronica, ai professionisti del settore del vaping e a quelli della salute. A decretarne il successo sono state le oltre 3100 persone che hanno raccolto l’appello – precisamente 2708 utilizzatori, 272 professionisti del settore e 146 della salute – cifra che fa parlare l’associazione di una “mobilitazione eccezionale e significativa”. Il documento era stato pensato per alimentare il dialogo con la Direction Générale de la Santé riguardo la libertà di espressione sul vaping e infatti è già stato inviato a Benoit Vallet, direttore dell’istituzione.
Il report che riassume e interpreta in 17 pagine i risultati del sondaggio è consultabile anche online e offre degli spunti interessanti. Si scopre, per esempio, che il vaping si è diffuso principalmente grazie al passaparola e che solo lo 0,75 per cento degli utilizzatori giudichi affidabile e credibile la comunicazione in questo campo proveniente dal Ministero della salute. Pochi gli utilizzatori che si sono rivolti a un professionista della sanità per avere informazioni sull’ecig. E meno male, visto che il 39,3 per cento dei medici ha scoperto l’esistenza di questo strumento quando ha ricevuto richieste d’informazioni da parte dei suoi pazienti.
Importanti anche le risposte sulla pubblicità della sigaretta elettronica, vero oggetto dei negoziati fra le associazioni e il governo francese. Secondo il sondaggio solo il 5 per cento degli utilizzatori pensa che sia giustificato proibire la pubblicità ai marchi di prodotti per il vaping. Qui il divario fra utilizzatori e professionisti della salute si allarga, visto che tale divieto è ritenuto giusto dal 44 per cento dei medici. Un restante 50 per cento, però, crede che la pubblicità vada autorizzata con delle regole, quali restrizioni di orario e avvertenze. E per quanto riguarda l’influenza della pubblicità sui giovani? Ben il 51,2 per cento dei professionisti della salute pensa che essa non avrebbe nessun effetto sui giovani non fumatori o addirittura che ne avrebbe uno positivo.
Per quanto riguarda gli individui, poi, c’è un consenso totale sulla libertà di espressione. La legge prevede un divieto di propaganda – non meglio definita – giudicata da Sovape come un attacco alla libertà di espressione e dunque inaccettabile e contraria ai diritti dell’uomo sanciti dall’Europa. È d’accordo con questa opinione il 99 per cento degli utilizzatori, che ritiene che un individuo debba avere il diritto di esprimersi liberamente sul vaping dappertutto: sulla stampa, i blog, i social network e altro. Per ulteriori approfondimenti si può consultare il rapporto integrale.