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Filo diretto Anafe, Roccatti: “La partita europea si vince facendo squadra”

di Umberto Roccatti
vice presidente Anafe-Confindustria

Mentre in Italia si discute della possibilità di modificare il regime di tassazione della sigaretta elettronica in vista dell’approvazione della prossima Legge di Bilancio, da quasi un anno in Europa è partito il processo di valutazione di una possibile revisione della direttiva 2011/64, riguardante la fiscalità dei prodotti del tabacco. All’art. 19, la Direttiva prevede un rapporto quadriennale da parte della Commissione Ue per valutare eventuali modifiche del testo. L’ultimo report è stato presentato al Consiglio Ecofin il 21 dicembre 2015 e, ad un’attenta lettura dei passaggi del documento, appare chiaro che la problematica riguardante la diffusione sui mercati europei della sigaretta elettronica è stata posta sul tavolo e che un trattamento fiscale non uniforme in tutti i paesi dell’Unione potrebbe portare in futuro ad una distorsione del mercato. In particolare, il messaggio principale della relazione definitiva della Commissione è che “le sigarette elettroniche non dovrebbero essere inserite nell’ambito di applicazione della direttiva, ma si dovrebbe piuttosto riflettere su un’iniziativa distinta per un approccio armonizzato alla tassazione di questi prodotti”.
Cosa è accaduto poi? Il Consiglio Ecofin, dopo aver ricevuto il report, ha discusso e infine approvato, alla fine di marzo 2016, un documento contenente le proprie raccomandazioni. Ecco le principali:

  • 10 “alcuni dei prodotti, come le sigarette elettroniche (…) non rientrano in nessuna delle categorie di prodotti soggetti ad accisa ai sensi della direttiva 2011/64/UE”.
  • 11 “nella maggior parte degli Stati membri alcuni di tali prodotti non classificati, spesso prodotti di nicchia nel mercato, non sono soggetti a un’accisa o ad altre imposte concepite specificamente, e concorda sul fatto che la situazione del mercato dovrebbe continuare a essere monitorata”.
  • 12 le accise sulle sigarette elettroniche, sul tabacco riscaldato, sugli altri prodotti del tabacco di nuova generazione e, se del caso, sui prodotti connessi ai prodotti del tabacco richiedono una soluzione pratica e improntata alla prudenza che garantisca il giusto equilibrio tra le entrate, le spese dell’amministrazione fiscale e gli obiettivi in materia di salute pubblica”.
  • 13 “Il Consiglio Ecofin invita pertanto la Commissione a esaminare possibili vie da seguire per introdurre nuove categorie di prodotti o nuove definizioni nella direttiva 2011/64/UE al fine di garantire un trattamento fiscale equo e adeguato dei nuovi prodotti nel mercato interno e di eliminare le potenziali incoerenze e l’incertezza giuridica, il che porterebbe ad un’impostazione ancor più unificata a livello della normativa UE”.

    Dopo questa lettura, appare ancora più irrazionale la scelta dell’Italia di equiparare la sigaretta elettronica a quella tradizionale nella definizione della fiscalità sui liquidi. La Commissione e poi anche lo stesso Consiglio Ecofin ribadiscono che le sigarette elettroniche sono prodotti che non contengono tabacco e che in virtù di questo non hanno motivo di essere inserite nella Direttiva relativa alle aliquote dell’accisa applicata al tabacco lavorato. Ma questa è la situazione. E far rientrare le sigarette elettroniche nella direttiva fiscale sui tabacchi lavorati rappresenterebbe solo l’amplificazione del grande fallimento italiano. Ricordiamo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha recentemente dichiarato che degli 85 milioni previsti dalla tassa sulle e-cig per il 2015 ed il 2016 ne sono entrati nelle casse dello Stato italiano solo 5 (per anno). In Europa comunque, continua l’interesse: per raccogliere utili informazioni la Commissione ha recentemente pubblicato una consultazione con cui intende interrogare produttori, importatori, negozianti e semplici consumatori sui potenziali effetti sul mercato con l’introduzione di un’accisa armonizzata sull’e-cig. Non solo, parallelamente la Commissione ha incaricato la consulting firm Economisti Associati di studiare e “fotografare” la situazione dei 28 mercati dell’Unione, con lo scopo di comprendere le complesse dinamiche di un settore ancora agli albori. Ed Economisti Associati ha avviato un tour europeo di colloqui con i vari player del settore, comprese le multinazionali che hanno deciso di investire sull’e-cig. Gli argomenti di discussione? Sviluppo del settore, modalità di vendita, analisi delle problematiche e criticità dei vari mercati, ipotetici aggravi economici ed amministrativi in caso di introduzione di un’accisa armonizzata, incidenza sul mercato di altri prodotti come il tabacco riscaldato o gli ibridi, possibili soluzioni. Inutile ripetere la nostra proposta di tassazione: una tassa parametrata alla quantità di nicotina contenuta nel liquido, concetto facilmente intuibile ed applicabile, perché meno nicotina è presente nel prodotto, minore sarà l’imposta di consumo. Dal punto di vista sanitario tale imposta rispetterebbe il criterio di prevenzione che “premia” il prodotto meno dannoso (in quanto la nicotina è considerata un ingrediente pericoloso ai sensi del Regolamento CLP), dal punto di vista fiscale la nicotina è agevolmente tracciabile, rendendo il tributo ineludibile e, soprattutto, non evadibile. Così come sempre sostenuto, ANAFE-Confindustria è favorevole ad un’armonizzazione delle accise, a una regolamentazione chiara e ad un’imposizione fiscale equa e bilanciata, ma è di fondamentale importanza che la Commissione, prima di dare il via ad un procedimento complesso come quello di revisione delle Direttiva 2011/64/UE, porti a termine tutte le consultazioni, le ricerche e gli studi che potranno confermare ciò che gli operatori del settore a tutti i livelli sostengono, cioè che le sigarette elettroniche non possono e non devono essere assimilate al tabacco, ma costituiscono un prodotto semplicemente diverso. Se in Italia il cammino per disciplinare fiscalmente la sigaretta elettronica nel corso degli anni è stato influenzato da interessi discordanti che, molto spesso, non avevano nulla a che fare con lo sviluppo del settore, in Europa la strada da percorrere è ancora lunga: si deciderà sull’eventuale riapertura della Direttiva fiscale entro la fine del 2017 con conseguente iter di approvazione di una ipotetica proposta sulle e-cig che terminerà presumibilmente non prima del 2019. Il nostro obiettivo sarà quello di fare tesoro della disastrosa esperienza italiana in tema di tassazione delle e-cig e, attraverso un fondamentale lavoro di coalition building con le altre associazioni di categoria europee e gli altri player del mercato, portare le nostre esperienze e proposte in seno alle Istituzioni Europee, per poter rilanciare definitivamente e univocamente lo sviluppo di un prodotto che, oltre a rivoluzionare il concetto di assunzione di nicotina, risulta essere enormemente meno dannoso per la salute.

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