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Consultazione sigaretta elettronica, l’Ue discrimina l’italiano

Ancora pochi giorni a disposizione per partecipare alla consultazione europea per sondare le opinioni dei cittadini sul regime fiscale da applicare ai prodotti del tabacco (e quindi secondo la logica di Bruxelles anche alla sigaretta elettronica). Il testo però è disponibile solo in inglese: davvero l’Unione è interessata a conoscere l’opinione di tutti i suoi cittadini?

Secondo la politica della Commissione europea, tutti i cittadini dell’Ue hanno il diritto di accedere a tutti i documenti nelle lingue ufficiali del proprio paese e devono avere la possibilità di scrivere alla Commissione e ricevere una risposta nella loro lingua”. Questo è quanto si legge sul sito della Commissione europea ed è quanto sa chiunque mastichi un minimo di diritto comunitario o abbia bazzicato Bruxelles e dintorni. Nell’Unione europea non esistono lingue ufficiali. O meglio tutte le lingue parlate nei 28 Stati membri, 24 per l’esattezza, sono ufficiali ed hanno pari dignità e diritto di cittadinanza. Esattamente come tutti i cittadini dell’Unione. Naturalmente esistono delle lingue informali di lavoro, ma queste servono ai funzionari per comunicare fra loro e mai e poi mai le si può considerare “ufficiali”.
È dunque molto strano che la consultazione pubblica lanciata dall’Unione europea lo scorso 18 novembre  per sondare le opinioni dei cittadini sul regime fiscale da applicare ai prodotti del tabacco (e quindi secondo la logica di Bruxelles anche alla sigaretta elettronica), sia a tutt’oggi disponibile esclusivamente in lingua inglese. Inizialmente abbiamo pensato che fosse un ritardo e che le traduzioni nelle altre 23 lingue sarebbero state disponibili nelle settimane seguenti la messa online della consultazione. È una cosa che capita spesso nelle istituzioni europee: i documenti vengono stesi in una lingua – solitamente l’inglese o il francese – giusto in tempo per rispettare le scadenze e dunque bisogna aspettare un po’ per le traduzioni.
Ma non pare che sia questo il caso, visto che a una settimana dalla chiusura della consultazione (stabilita per il 16 febbraio) il testo rimane disponibile solo in inglese. Dunque l’Unione europea è interessata a conoscere l’opinione dei suoi cittadini e contribuenti, ma solo di quelli in grado di comprendere l’inglese. E anche bene, visto che si tratta di una materia specialistica nella quale è difficile orientarsi con qualche nozione scolastica. Una discriminazione verso tutti gli europei che non sono di madrelingua inglese?
Certamente sì e non siamo i soli a pensarlo. Dello stesso parere è l’associazione tedesca Interessengemeinschaft E-Dampfen, che dalle parole è passata direttamente ai fatti. Il 22 novembre scorso, l’associazione ha inviato alla commissione una mail chiedendo quando la consultazione sarebbe stata disponibile nelle altre lingue comunitarie. Dalla commissione nessuna risposta. Gli amici tedeschi non sono dati per vinti e hanno sollecitato una risposta il 5 dicembre scorso. Quando ormai avevano perso le speranze, il 4 gennaio, è arrivata una breve nota: no, la consultazione non sarà disponibile in altre lingue e tante scuse per il ritardo nel rispondere. A questo punto l’associazione si è rivolta al mediatore europeo e ha inoltrato un reclamo formale per il comportamento della Commissione. È stato inoltrato il 7 gennaio e per adesso l’unica risposta ricevuta comunica che in ogni caso non verrà posticipata la data della scadenza. L’Unione europea così è, se vi pare.

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