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Negli Stati Uniti la sigaretta elettronica è sempre più diffusa fra i fumatori con malattie legate al fumo. Lo dice uno studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine e condotto da un team guidato da Gina R. Kruse, docente di medicina alla Harward Medical School di Boston. Il lavoro dei ricercatori si è basato sui dati relativi al 2014 e 2015 del National Health Interview Survey, un sondaggio trasversale annuale, creato per ricavare delle stime su diversi temi sanitari. Lo studio ha coperto 36.697 fumatori nel 2014 e 33.672 nel 2015. Dunque un campione molto ampio che, come spiega Kruse, “fornisce per la prima volta una prova della prevalenza dell’utilizzo dell’ecig fra gli adulti con una o più patologie mediche”. I fumatori senza queste condizioni mediche, ricorrono di meno alla sigaretta elettronica, mentre sono pochissimi i malati non ex fumatori che hanno mai usato l’ecig.
I dati del NHIS dimostrano anche che l’utilizzo della sigaretta elettronica continua a crescere fra i fumatori ed è passato dal 47,6 per cento del 2014 al 53,5 del 2015. In particolare vi ricorrono coloro affetti da asma, malattie cardiovascolari e broncopneumopatia cronica ostruttiva, con una prevalenza di questi ultimi. “I fumatori affetti da queste patologie – commenta Kruse – probabilmente usano l’ecig per le stesse ragioni degli altri adulti: per smettere di fumare, ridurre il consumo di sigarette e i danni causati dal fumo. I fumatori con queste patologie croniche sentono il bisogno impellente di ridurre le sigarette e sono disposti a provare nuovi prodotti”. Non accade lo stesso, invece, per gli ammalati di cancro. “La scarsa prevalenza dell’uso della sigaretta elettronica – continua Kruse – può derivare dalla convinzione che sia ormai troppo tardi per essere aiutati da un prodotto a rischio ridotto”.
Insomma, questi dati indicano che fra i fumatori affetti da patologie croniche che non riescono a smettere, si stia radicando il concetto che la sigaretta elettronica rappresenta una alternativa più sicura al tabacco. Naturalmente il compito dei medici è di assistere questi pazienti nel loro percorso, valutando senza pregiudizi i potenziali rischi e benefici della loro scelta.