Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

La disinformazione sulla sigaretta elettronica è un pericolo per la salute

E' la conclusione a cui sono arrivati gli autori di uno studio pubblicato su American Journal of Preventive Medicine che ha analizzato come si è modificata la percezione del rischio dell’utilizzo dell’ecig nel quadriennio 2012-2015.

di Barbara Mennitti

L’errata ed esagerata percezione dei danni provocati dalla sigaretta elettronica è un vero e proprio problema di salute pubblica negli Stati Uniti. Così la pensano gli autori di uno studio pubblicato su American Journal of Preventive Medicine, intitolato Changing Perceptions of Harm of E-cigarettes among U.S. Adults, 2012-2015, che ha analizzato appunto come si è modificata la percezione del rischio dell’utilizzo dell’ecig nel quadriennio osservato. E le notizie sono pessime, tanto che nelle conclusioni i ricercatori sottolineano la necessità di “lanciare messaggi sanitari che interpretino accuratamente i dati scientifici sui danni potenziali della sigaretta elettronica e facciano una chiara distinzione fra danno assoluto e danno relativo”.
Il team di ricerca guidato dal professore Ban A. Majeed del Tobacco Center of Regulatory Science della Georgia State University, ha ricavato i suoi dati dal Tobacco Products and Risk Perceptions survey, un monitoraggio che viene condotto annualmente in materia di percezione dei rischi legati al consumo dei prodotti del tabacco. I risultati riportati dallo studio sono sconfortanti. Nel 2012 l’1,5 per cento degli adulti percepiva l’ecig come altrettanto dannosa delle sigarette, mentre l’1,3 la riteneva più dannosa. Nel 2015 queste percentuali erano salite rispettivamente al 35,7 e la 4,1 per cento. Gli adulti che ritenevano che la sigaretta elettronica causasse dipendenza erano più che raddoppiati nel biennio in questione, passando dal 32 al 67,6 per cento. Nel complesso, spiega la ricerca, rispetto al 2012 le possibilità che l’ecig sia percepita come altrettanto o più dannosa della sigaretta sono raddoppiate nel 2014 e triplicate nel 2015.
Secondo Majeed si tratta di un problema molto serio, perché – si legge nell’introduzione dello studio – “sebbene l’impatto sulla salute dell’uso a lungo termine della sigaretta elettronica sia ancora sconosciuto, le prove scientifiche disponibili indicano che l’ecig è meno dannosa della sigaretta tradizionale e che i fumatori che passano all’elettronica riducono i rischi per la salute legati al fumo”. Inutile aggiungere che questa percezione errata dei rischi scoraggia i fumatori dal passare all’elettronica, con grave danno prima tutto per la loro salute e, in ultima analisi, per la sanità pubblica.
Ma di chi è la colpa di tutta questa confusione? La ricerca punta prima di tutto il dito contro i media, rei di scrivere articoli allarmistici o di non riportare i risultati delle ricerche scientifiche nella giusta ottica, cioè quella del paragone con i danni causati dal fumo. Pur riconoscendo e avendo più volte denunciato la leggerezza dei media, facciamo notare che spesso sono gli stessi studi scientifici a “comunicarsi” alla stampa nel modo errato. Abbiamo letto tantissimi comunicati con titoli quasi terroristici e contenuti che non tenevano in nessun conto la differenza fra “danno assoluto e danno relativo”. Probabilmente anche qualche scienziato si dovrebbe mettere la mano sulla coscienza. Senza dimenticare l’enorme risonanza che ha avuto negli Stati Uniti l’attacco al vaping condotto da un’autorità sanitaria come il Surgeon General.
È certo che le colpe di questa situazione si possono equamente dividere fra diversi protagonisti ed è altrettanto vero – sostengono gli autori dello studio – che le autorità sanitarie americane dovrebbero correre ai ripari. Sperando che non sia troppo tardi per generare un’inversione di tendenza nell’opinione pubblica.

Articoli correlati