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di Stefano Caliciuri
La Royal society for Public Health, importante ente di sanità pubblica del Regno Unito, ha pubblicato le linee guida cui dovrebbero attenersi gli operatori specializzati in vaping, soprattutto i negozianti. Sono loro, secondo Rsph, i principali interlocutori con i consumatori e, di riflesso, i maggiori “testimonial” della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno. Anche per questo motivo, l’organismo inglese suggerisce che, se da un lato dovrebbero incentivare i fumatori a scegliere l’ecig, dall’altro dovrebbero evitare di sponsorizzarla tra i non fumatori. Ultimamente è scoppiata una vera e propria moda tra i ragazzini che spesso utilizzano la sigaretta elettronica soltanto per vanto, pur non avendo mai messo in bocca una sigaretta tradizionale.
In ogni caso, il vademecum redatto dall’ente britannico sottolinea come i negozi su strada, a causa della loro altissima visibilità, possono essere di grande aiuto nello sviluppo del vaping. I negozi on line, infatti, sono usati da un numero ristretto di consumatori e non possono certamente competere con la competenza ed il rapporto diretto dei negozianti. Nel Regno Unito ci sono 1700 negozi su strada, 650 hanno aperto nel corso del 2016. La Royal Society for Public Health ha auspicato che i negozianti possano ben presto dotarsi di un codice “di buona condotta”, o “etico” che dir si voglia, al fine di operare con le medesime garanzie di correttezza. L’ente inglese aggiunge inoltre che la questione dei prezzi non risulterebbe fondamentale nella scelta del device. La fiducia e la competenza nei confronti del rivenditore giustifica spesso una spesa superiore rispetto ad uno shop online.