Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Sigarette elettroniche, niente di nuovo sul fronte dell’Iss

Relazioni volte all'allarmismo, scarsità di dati e affermazioni non supportate da nessuna vera presa di posizione scientifica. Anche quest'anno l'Istituto superiore di sanità perde un'occasione per affrontare, seppur criticamente ma in maniera costruttiva, il fenomeno del vaping.

Oggi è la Giornata mondiale senza tabacco: anche l’Istituto Superiore della Sanità la celebra con il XIX Convegno su tabagismo e Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda l’approccio delle istituzioni di salute pubblica alla sigaretta elettronica si possono già tirare le somme. E non sono somme particolarmente incoraggianti. L’ecig, infatti, è stato un po’ il convitato di pietra della prima parte della giornata, visto che erano in molti nella platea ad essere ansiosi di capire se qualcosa sarebbe cambiato nella valutazione dell’Iss di questo strumento.
Ma l’antifona è stata chiara fin da subito, quando già nei convenevoli di rito in molti – a partire dal professor Silvio Garattini – hanno fatto riferimento all’elettronica come uno strumento nel quale si riponevano grandi speranze, ma che purtroppo si è rivelato un fallimento. E, a parte l’opinabilità delle conclusioni, ci siamo ritrovati a chiederci quale è stato il momento esatto in cui l’Iss ha guardato con simpatia all’ecig.
Di sigaretta elettronica parla anche Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping, quando presenta il Rapporto nazionale sul Fumo 2017 dell’Osservatorio Fumo, alcol e droga. Secondo i dati del rapporto la percentuale attuale degli utilizzatori fra abituali e occasionali si attesta al 2,5%, cioè circa 1,3 milioni di persone. Si tratta di un calo dell’1,4%, visto che l’anno scorso il rapporto stimava 3,9% di utilizzatori: una cifra che si avvicinava al record del 4,2% del 2013 e veniva subito dopo il dato più basso in assoluto, l’1,1% del 2015. L’83,4% di loro sono dual users, mentre il 15,8% sono utilizzatori esclusivi di ecig. Sempre in base al rapporto Ossfad, il 14,4% degli utilizzatori ha smesso di fumare, il 22,1% ha ricominciato o iniziato a fumare, il 25,7 ha diminuito drasticamente o leggermente il consumo di sigarette, mentre il 34,9 non ha cambiato le sue abitudini. I consumatori si rivolgono prevalentemente ai negozi specializzati (54,7%), seguono i tabaccai (37,3%) e gli shop online (4,5%). Il restante 3,5 per cento presso corner in altri punti vendita.
Attenzione anche per i riscaldatori di tabacco, un prodotto che in Italia è stato provato solo dall’1,4% della popolazione. Ma, spiega Pacifici, fra questi solo il 48,5% sono fumatori, mentre il 44,5 erano persone che non avevano mai fumato. Rincara la dose la dottoressa Daniela Galeone del Ministero della salute, secondo la quale i riscaldatori “hanno solo aumentato l’offerta sul mercato”. Ma non apre spiragli nemmeno per l’ecig, assicurando che il Ministero lavorerà perché “nessun prodotto resti escluso dai divieti di pubblicità”. D’altronde – dichiara Galeone – “la riduzione del danno non è una strategia del Ministero della salute”.
Si viene poi alle due relazioni che si occupano specificatamente di sigaretta elettronica e disassuefazione. Laura Amato del dipartimento di epidemiologia della Asl 1 di Roma illustra la revisione Cochrane, che riporta studi che dimostrano che chi utilizza l’ecig ha più probabilità di essere astinente dal fumo rispetto a chi utilizza placebo e che l’ecig ha la stessa efficacia delle altre Nrt. Nessuno degli studi, inoltre, ha riportato gravi eventi avversi correlati all’uso della sigaretta elettronica. Ma secondo Amato si tratta di studi poco attendibili e dunque conclude che non vi sono prove dell’efficacia delle ecig nella disassuefazione dal fumo.
Non va meglio quando interviene Renata Solimini, che pure avevamo avuto modo di apprezzare durante il Vapitaly del 2015 a Verona. Solimini premette subito che gli studi che si accinge ad illustrare sono stati effettuati su dispositivi che potrebbero non essere più in commercio e dunque le sue conclusioni non sono definitive. Si sofferma sulla potenziale citotossicità dovuta alla presenza di carcinogeni come la formaldeide, l’acroleina e l’acetone; ventila rischi respiratori, gastrointestinali, cardiovascolari e neurologici, anche se poi aggiunge che dalla revisione Cochrane sono emersi solo irritazione alla gola e effetti avversi trascurabili.
Passa poi ai rischi legati all’esplosione delle batterie al litio, dunque alla sigaretta elettronica sono imputabili: “ustioni agli arti, lesioni e ustioni del cavo orale e dell’addome, fratture e avulsione dei denti”. E ancora: “lesioni e ustioni oculari, disturbi visivi e lesioni al viso”. Illustra quindi i rischi della nicotina e il possibile avvelenamento per ingestione, e quelli del contatto cutaneo o il pericolo di utilizzare “liquidi non compatibili con un hardware assemblato dall’utente”. Infine aggiunge che “lo strumento potrebbe essere utilizzato per inalare sostanze illecite come marijuana, cannabinoidi sintetici, metamfetamine, cocaina, eroina, catinoni e potenti allucinogeni come la dimetiltriptammina”. Anche sul vapore passivo Solimini esprime molte riserve, rifacendosi a segnalazioni ricevute dalla FDA fra il 2012 e il 2014 che lamentavano eventi avversi. Insomma è ancora “incerto il rischio di aumento di patologie tra gli astanti”.
Dunque sebbene non si possa negare che “gli adulti che utilizzano esclusivamente l’ecig sono soggetti a una riduzione dell’esposizione a sostanze tossiche rispetto ai fumatori convenzionali”, l’Iss ribadisce che “la quantità di riduzione del rischio è attualmente sconosciuta”. E si rifà all’ultimo report del FCTC dell’Oms: la sigaretta elettronica può fare male e non si sa se fa smettere di fumare. Insomma, è passato un anno di studi e ricerche, ma l’Istituto superiore di sanità non ha sostanzialmente cambiato la sua posizione sul vaping. Non ci resta che sperare nell’anno prossimo.

Articoli correlati