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Non si definisce un’associazione. Neppure un consorzio, tantomeno una struttura con cariche e ruoli definiti. Si presenta come una coalizione che vuole salvaguardare gli interessi di vari attori della filiera del vaping, tutti alla pari senza primogeniture. Non a caso l’acronimo della nuova realtà significa esattamente Coalizione operatori italiani vaping, una definizione che può mettere d’accordo molteplici attori. E infatti al suo interno ci sono catene di negozi, shop online, piccoli distributori e piccoli e medi produttori. Chi aderisce a Coiv non si riconosce nelle esistenti associazioni dei negozianti ma neppure nell’associazione dei produttori Anafe, probabilmente perché si ritiene che rappresenti interessi troppo strutturati ed importanti. Ideata circa tre mesi fa, Coiv è stata annunciata ufficialmente da Alessandro Fioravanti, titolare di Teknosvapo: “Era il momento di costituire una struttura in grado di salvaguardare gli interessi di chi non può essere coinvolto in Anafe ma allo stesso tempo non è un mero negozio”. L’attività di Coiv è stata costituita attorno la consulenza di una società di lobbying, la stessa che tutela gli interessi dei negozianti aderenti ad UniEcig e supporta la comunicazione di Fontem Ventures, il ramo d’azienda della multinazionale Imperial Tobacco. “Abbiamo bisogno di professionisti che sappiano con chi interloquire per difendere i nostri interessi”, spiega Paolo Bertacco di Real Farma.
Tra i primi aderenti all’aggregazione si segnalano le aziende Vaporoso, ToB, Zio Smoke, Smo-King, Naro, Real Farma, Teknosvapo, Aer. “In totale – dicono i promotori dell’iniziativa – gli aderenti sino ad oggi sono circa una ventina, tra coloro che hanno già pagato la quota e coloro che hanno dimostrato forte interesse”. Un buon numero che va a fare da contrappeso ad Anafe. Se è vero che la principale associazione dei produttori rappresenta circa una dozzina di aziende, è anche vero che costituisce l’aggregazione col fatturato maggiore. Caratteristica che si riflette anche sulle quote di partecipazione: Coiv richiede infatti una fee di ingresso ben inferiore rispetto a quella di Anafe, puntando dunque sulla quantità degli iscritti. “Il nostro obiettivo – spiega Ugo Degli Esposti di ZioSmoke – è riuscire a fare un fronte comune per difendere i nostri interessi“. Tra le priorità segnalate da Coiv vi è la questione che, pur non essendo contemplata dalla normativa europea sui tabacchi, pare stia dividendo gli attori della filiera: la notifica degli atomizzatori.