Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Sigarette elettroniche, la contest-mania ha le ore contate?

Dopo la segnalazione di Vincenzo Sparacino interrotti tutti i concorsi a premio promossi dalle aziende sui social. "Ho voluto tutelare i negozianti" spiega il titolare di Ribilio. Per promuovere un contest occorre infatti comunicarne l'intenzione al Ministero per lo Sviluppo economico.

Non soltanto i testimonial camuffati da supporter privati, ora nell’occhio del ciclone finiscono anche i concorsi a premi, i cosiddetti contest, che da quanche tempo stanno caratterizzando l’attività di molti gruppi social. Il procedimento è semplice: un’azienda fornisce un numero di liquidi o prodotti del vaping agli amministratori del gruppo che li mettono in palio. Chiunque può partecipare: deve semplicemente soddisfare alcune richieste tra cui, tra le più comuni, condividere la fotografia del prodotto, aggiungere qualche amico all’interno del gruppo, diventare seguaci della pagina aziendale. In questo modo tutti traggono vantaggio: il gruppo che aumenta il numero degli iscritti, l’azienda che, senza colpo ferire, trova un veicolo di comunicazione promozionale. In pratica si tratta di un’operazione di marketing travestita da concorso.
I contest e i concorsi a premi, però, in Italia devono sottostare alla normativa specifica, il Dpr 430 del 26 ottobre 2001, modificato dal Decreto 5 luglio 2010 in virtù della comparsa dei concorsi online. Spetta all’azienda comunicare al Ministero dello Sviluppo economico, attraverso l’apposita piattaforma digitale, l’indizione del concorso. Alcuni concorsi possono essere esentati da comunicazione ministeriale ma non è il caso di quelli organizzati a fini di marketing o promozionali come accade per il vaping. Potrebbero però non effettuare la comunicazione se, anziché mettere in palio i prodotti (a cui spesso deve seguire la cosiddetta recensione da parte del vincitore, ovvero una ulteriore mossa promozionale), le aziende fornissero un codice sconto di modesto valore. Ma il contest inesorabilmente riscuoterebbe scarsa partecipazione e non sortirebbe gli effetti sperati. Le sanzioni in caso di concorso non autorizzato colpiscono i promotori e partono da una cifra non inferiore ai 2.582,28 euro. La verifica della correttezza di un contest a premio è a cura del Ministero delle Attività produttive che controlla a campione oppure su segnalazione di un privato o di un’associazione; in quest’ultimo caso il controllo è d’obbligo. L’estrazione, poi, deve essere effettuata alla presenza di un notaio.
A far scoppiare il bubbone dei concorsi a premio all’interno dei gruppi social è stato Vincenzo Sparacino, titolare di Ribilio, tra le società leader nella distribuzione di prodotti del vaping. “I miei clienti, soprattutto i negozianti, mi chiedevano da tempo di fare qualcosa per limitare questo fenomeno. È bastato porre una semplice domanda agli amministratori di un gruppo, ovvero se fossero in regola con le autorizzazioni, e sono riuscito a fermare tutto. Credo che i negozianti non possano che essere felici di questa cosa: non è pensabile continuare a regalare liquidi e prodotti solo per portare visibilità ad un’azienda“. Tra i promotori dei contest, ci sono anche però molti negozianti che utilizzano questa soluzione per farsi pubblicità. Spesso, poi, sono gli stessi che lamentano un’eccessiva generosità dei produttori nei confronti del pubblico in occasione delle fiere di settore. La verità è che un settore ancora acerbo come quello del vaping ha bisogno di “farsi le ossa” per crescere. Anche sbagliare fa parte del naturale percorso di crescita.

Articoli correlati