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BAT convoca i medici per “raccomandare” i riscaldatori di tabacco

Le multinazionali del tabacco utilizzano strategie differenti per promuovere nei limiti del consentito i loro prodotti a rischio ridotto. Jti "vince facile" giocando soltanto in casa; Philip Morris punta sull'immagine e sulla comunicazione social verso l'utente finale; Bat è la più aggressiva intervenendo a monte dei procedimenti decisionali.

di Stefano Caliciuri

In questi giorni molti professori ed esperti di salute pubblica francese stanno ricevendo una raccomandata dai vertici di British American Tobacco con l’invito di collaborare per la diffusione dei dispositivi riscaldatori di tabacco. “E’ una operazione di lobbying ben organizzata – ha commentato il professor Bertrand Dautzenberg ai taccuini di Vapoteurs.net –  Una strategia classica dell’industria del tabacco. Da decenni utilizzano sempre la stessa tattica: seminare confusione e continuare a vendere i loro prodotti“. Il professore ha gentilmente rispedito al mittente l’invito attraverso un commento su Twitter. Dallo scorso 11 giugno tutti i maggiori referenti nella lotta contro il tabacco stanno ricevendo la lettera di invito alla collaborazione. “Bat è l’industria del tabacco più aggressiva – continua Dautzenberg – e vogliono invitarci a dialogare”. Il professore francese sostiene che sia un’operazione per tentare di normalizzare i nuovi prodotti inventati dalle multinazionali del tabacco, i riscaldatori di tabacco, per aggredire il successo avuto dalla sigaretta elettronica. Prodotti come Ploom di Japan Tobacco, Iqos di Philip Morris e Glo di British American Tobacco, sono dispositivi ibridi tra la sigaretta tradizionale e i vaporizzatori. Funzionano attraverso ricariche contenenti vero tabacco che, scaldato attraverso una resistenza elettrica, produce fumo. Il dibattito attuale riguarda la tossicità di questi prodotti perché non esistono ancora studi scientifici indipendenti. La sensazione è che si pongono esattamente laddove vengono definite: in una ipotetica scala di dannosità, si potrebbero inserire tra i vaporizzatori e le sigarette tradizionale. Tutto sta a capire a quale distanza uno dagli altri.   
L’atteggiamento di Big Tobacco in relazione a questi dispositivi appare però assai differente. Le tre multinaizonali hanno strategie differenti. Jti non è presente in Europa ma vende soltanto in Giappone dove la pubblicità è anche permessa. Philip Morris utilizza strumenti e canali alternativi per diffondere l’immagine di Iqos (pagine “non ufficiali”; testimonial sui social network; redazionali su blog e testate on line). British American Tobacco, invece, mette in campo i lobbisti avvicinando gli influencer istituzionali uno per uno ed invitandoli alla prova del loro prodotto. Come dire: i giapponesi giocano in casa; Pmi punta all’utente finale; Bat intercetta e interviene a monte del processo decisionale.

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