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di Stefano Caliciuri
Anche se il Regno Unito ha da sempre mantenuto un atteggiamento di apertura nei confronti della sigaretta elettronica, in questi ulimi tempi pare che qualcosa stia cambiando. A far indispettire il governo britannico, ed in particolar modo l’autorità di sanità pubblica, sono gli “escamotage trovati dalle aziende per scavalcare ed aggirare le imposizioni della Tpd”.
In prima battuta gli atomizzatori che, se venduti in kit con la batteria, devono sottostare al limite dei 2 millilitri di capienza. La soluzione dei produttori è stata di inserire un secondo tank alterativo dalla capienza maggiore. Come ad esempio accade per la Penguin della Joyetech che nel Regno Unito è dotata di un serbatoio di serie da 2 ml ma con la possibilità di inserirne uno da 8 millilitri venduto separatamente dal corpo della batteria. Per quanto riguarda i liquidi, invece, l’escamotage è ormai in uso in tutta Europa. Il vincolo dei 10 millilitri vale solo per i liquidi con nicotina. Di conseguenza i produttori hanno deviato la produzione verso liquidi molto aromatizzati confezionati in flaconi anche da 50 o da 60 millilitri da diluire con l’aggiunta di ulteriori 10 millilitri nicotinizzati. Vista la situazione, la Medicines & Healthcare products Regulatory Agency ha chiesto al governo centrale l’inasprimento della legge di regolamentazione della sigaretta elettronica rendendo inefficaci ed illeciti tali alterntive. La battaglia politica non sembra facile. Anche la scorsa settimana il Parlamento ha discusso di fumo elettronico. La maggioranza appare ancora favorevole all’utilizzo della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da tabacco, forti della ricerca secondo cui sarebbe per il 95 per cento meno rischiosa della sigaretta combusta.