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“Il futuro del vaping sta succedendo adesso”

"L'innovazione - dice Ian Jones, vice presidente del dipartimento Riduzione del Rischio di Jti - non deve essere soffocata. Le autorità di regolamentazione, gli organismi della sanità pubblica e la comunità scientifica devono lavorare insieme per creare i migliori quadri normativi possibili".

Qualcosa sta succedendo. Quando le multinazionali del tabacco si muovono significa che hanno visto la possibilità di un nuovo business. Oppure, anticipando i tempi, che vogliono ri-strutturarsi per affrontare una nuova sfida. Se il vaping sino a un paio di anni fa era visto come – scusate il gioco di parole – fumo negli occhi, ora c’è stato un cambio di direzione e di marcia. Come all’inizio del secolo corso la sterzata fu dettata dal passaggio alle sigarette industriali con filtro, la seconda decade degli anni Duemila vedrà l’affermazione del vaping. Una rivoluzione partita dal basso con cui la comunità scientifica, politica e le governance delle multinazionali hanno dovuto fare i conti. Se Philip Morris da qualche tempo adotta lo slogan “Per un mondo senza fumo“, ancora più incisivo pare il refrain utilizzato da Japan Tobacco: “Il futuro del vaping sta succedendo adesso“. In particolare, le multinazionali paiono aver capito che la leva da azionare nei confronti del legislatore e le autorità sanitarie è quella della riduzione del rischio. Sostenere che il vaping non sia nocivo per la salute non porta da nessuna parte, ci sarà sempre qualche ricerca in grado di smentire questa affermazione. Al contrario, occorre puntare sull’esponenziale minore tossicità rispetto il tabacco e il fumo. Di conseguenza, la locuzione “strumenti di riduzione del danno e del rischio” sarà inattaccabile.
L’innovazione – dice Ian Jones, vice presidente del dipartimento Riduzione del Rischio di Jti – non deve essere soffocata. Le autorità di regolamentazione, gli organismi della sanità pubblica e la comunità scientifica devono lavorare insieme per creare i migliori quadri normativi possibili per consentire a questi prodotti di raggiungere il loro pieno potenziale”. E continua: “Sebbene i rischi non possano essere completamente eliminati, riteniamo che siamo sulla strada giusta. Nel complesso riteniamo che sia nell’interesse comune delle autorità pubbliche e dei produttori di tabacco produrre strumenti a rischio ridotto che soddisfino le aspettative dei consumatori. Recenti rapporti indipendenti del Regno Unito sulla sicurezza delle sigarette elettroniche sono incoraggianti“.

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