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Scandalosa Oms: il sanguinario Mugabe nominato ambasciatore di salute

Il dittatore dello Zimbabwe sarà l'Alto referente che dovrà aiutare i governi africani a combattere le malattie croniche non trasmissibili come il diabete, il cancro, l’ictus e le malattie cardiache.

L’Organizzazione mondiale della Sanità non finisce mai di sorprendere. In negativo. Per commentare l’ultima notizia riguardante l’istituzione custode supremo della nostra salute, vengono meno anche le frasi a effetto e le battute. Dopo aver suggerito ai Paesi asiatici di prendere esempio da Kim Jong-Un nelle politiche sul vaping (per vietarlo, ovviamente), l’OMS ha conferito la nomina di primo (in senso temporale) ambasciatore di buona volontà della salute per l’Africa al presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe. Il suo compito sarà quello di aiutare i governi a combattere le malattie croniche non trasmissibili come il diabete, il cancro, l’ictus e le malattie cardiache.
È successo a Montevideo, in Uruguay, dove si sta svolgendo una conferenza mondiale sulle cosiddette malattie non trasmissibili, che il novantatreenne Mugabe “ha onorato della sua presenza”, come ha dichiarato il direttore generale dell’Oms, l’etiope Tedros Adhanom. Davvero un onore. Per spiegare chi è Robert Mugabe, presidente de iure e dittatore de facto dello Zimbabwe, non basta un articolo, ma una rapida ricerca in rete può dare una panoramica del suo Regno del terrore, come è stato più volte definito.
Amnesty International ha a più riprese accusato il governo di Mugabe di pianificare deliberatamente la violazione dei diritti umani, mentre nel 2008 Human Rights Watch parlava di “terrore organizzato e torture contro gli attivisti dell’opposizione e di comuni cittadini”. Le accuse nei suoi riguardi sono molteplici e vanno, appunto, dalla violazione dei diritti umani alla persecuzione delle minoranze etniche, la repressione del dissenso, la corruzione e l’appropriazione personale degli aiuti internazionali.
Per questi motivi nel 2002 Robert Mugabe, insieme a sua moglie Grace e ai suoi più stretti collaboratori, è stato dichiarato “persona non grata” in Europa e negli Stati Uniti. Questo vuol dire che gli è vietato recarvisi, fatta eccezione per gli eventi organizzati dall’Onu e dalla Città del Vaticano. Grandi polemiche, infatti, sollevò la sua presenza ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 e alla canonizzazione di papa Roncalli e papa Wojtyla nel 2014.
Ma ora l’Oms apre una nuova era per Robert Mugabe, che si adopererà per convincere gli africani e il resto del mondo a non bere, non fumare e adottare stili di vita sani per prevenire diabete, ictus, cancro e malattie cardiache. A tutto discapito della credibilità dell’Organizzazione mondiale della sanità, della sua leadership e delle sue politiche. Comprese quelle sulla sigaretta elettronica.

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