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La Nuova Zelanda prende decisamente le distanze dall’Australia e adotta un approccio molto simile a quello della Gran Bretagna. Almeno in tema di vaping. Le avvisaglie c’erano già state. Lo scorso marzo la parlamentare neozelandese Nicky Wagner, nel corso di una conferenza stampa, aveva annunciato l’intenzione di rendere legale la vendita di liquidi alla nicotina dal 2018 (vendita peraltro già di fatto in corso in molti shop del Paese e mai sanzionata). E poi aveva incalzato i giornalisti presenti: “Vi consiglio di provare la sigaretta elettronica. Io l’ho provata”.
Ora un documento pubblicato la scorsa settimana sul sito del Ministero della salute, sancisce che la sigaretta elettronica verrà inclusa nella strategia sanitaria per raggiungere l’obiettivo Smokefree 2025, cioè arrivare a zero fumatori nei prossimi tredici anni. “Le recenti decisioni del governo – si legge – si sono concentrate sula riduzione del danno, allo scopo di aiutare i fumatori a passare a prodotti significativamente meno dannosi, come le sigarette elettroniche”. Dunque i centri antifumo neozelandesi, che sono i canali privilegiati dalla sanità pubblica, dovranno fornire supporto ai fumatori che intendono passare al vaping.
Il documento del Ministero entra nel merito scientifico, spiegando che nel vapore delle ecigarette sono stati riscontrate sostanze tossiche, ma – si specifica – “a livelli molto più bassi di quelli del fumo di sigaretta o a livelli non in grado di causare danni”. “I fumatori che passano alla sigaretta elettronica – continua il documento – possono ridurre i rischi per la propria salute e per quella di chi gli sta intorno”.
Il Ministero neozelandese specifica che non vi sono prove a livello internazionale che la sigaretta elettronica metta il declino del numero dei fumatori e che, anzi, sembra contribuire ad accelerarlo, mentre pochissimi sono i non fumatori attratti dal vaping. E per quanto riguarda la nicotina, il documento afferma: “Se usata per il suo scopo, l’ecigarette non presenta rischi di avvelenamento per il consumatore, ma i liquidi devono essere contenuti in flaconi anti bambino”. E conclude escludendo qualsiasi pericolo di cosiddetto vapore passivo: “La sigaretta elettronica rilascia nell’aria livelli trascurabili di nicotina e altre sostanze tossiche e non sono stati identificati rischi per la salute di terzi”. Una scelta di campo netta che allontana nettamente i due più grandi Paesi dell’Oceania.