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Sempre meno cartine e tabacco, sempre più sigarette elettroniche. Se da un lato il calo dei fumatori è visto come un vantaggio per la salute generale, dall’altro preoccupa l’emorragia interna alle casse erariali. Il ministero dell’economia ha già quantificato in 700 milioni di euro i mancati proventi dalla tassazione sul tabacco a causa di persone che hanno abbandonato il tradizionale tabacco per passare alla moderna sigaretta elettronica. Il governo pensa dunque ad una nuova tassazione, ma il problema è trovare trovare un escamotage che possa giustificare il prelievo direttamente alla vendita. L’e-cigarette infatti non ha tabacco ma usa soltanto un liquido composto da acqua e aromi in grado di nebulizzarsi all’accensione della resistenza elettrica. Il problema però non è soltanto italiano. Il diffondersi della moderna sigaretta ha imposto a tutti gli Stati un adeguamento delle regole e del prelievo fiscale. Se prima era sufficiente porre il divieto di fumo all’interno dei locali pubblici, ora bisogna specificare anche la derivazione di tale fumo. La Francia è il primo Paese a regolarizzare la vendita e l’uso della sigaretta elettronica con un elenco di 28 ammonimenti per il consumatore. Non una proibizione tout-court ma piuttosto una serie di regole e di buone prassi da adottare. Una commissione di esperti nominata dal ministero della salute transalpino ha sottolineato che la sigaretta elettronica “non sprigiona né monossido di carbonio, né particelle solide, né quantitativi significativi di sostanze cancerogene” e dunque non avrebbe tutti gli effetti negativi, soprattutto legati alla dipendenza, della sigaretta tradizionale. Gli effetti irritanti, inoltre, sarebbero bel al di sotto di quelli derivanti dalle sigarette tradizionali. La commissione, inoltre, ha stabilito che le etichette sulle confezioni di liquido devono fornire tutte le informazioni necessarie per un corretto utilizzo e sugli ingredienti utilizzati. A dire il vero, la Francia è il primo Paese a regolarizzare la vendita e la produzione di sigarette elettroniche, ma in Italia tali raccomandazioni sono già in essere da molto tempo. Tutte le case di produzione di liquidi indicano sia la derivazione degli ingredienti che il loro quantitativo e tutte le precauzioni necessarie per evitare l’intossicazione. Gli esperti, però, per evitare che lo “svapo” diventi il cavallo di Troia per incontrare il fumo tradizionale, hanno redatto una serie di buone abitudini o raccomandazioni. Prima di tutto il divieto di vendita ai minorenni, la regolamentazione degli spot pubblicitari e la vendita riservata soltanto in appositi negozi. Buona educazione, poi, sarebbe non fumare la sigaretta elettronica nei locali in cui è previsto anche il divieto di fumo.