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Daniele Zingaretti aka Danielino77: “Ai like preferisco un sano confronto”

Ha 37 anni, vive a Roma ma ormai grazie ai suoi video è diventato cittadino globale. Accento romano e lenti oscurate sono diventati un marchio di fabbrica.

Ha 37 anni, vive a Roma ma ormai grazie ai suoi video è diventato cittadino globale. E’ un punto di riferimento per migliaia di vapers che attendono ogni sabato una sua nuova recensione o giudizio. Accento romano e lenti oscurate sono diventati un marchio di fabbrica. Ma Zingaretti più che all’immagine punta alla sostanza: spiegare una rigenerazione, testare una big battery, o più semplicemente dare il proprio punto di vista su un nuovo prodotto.
Si è avvicinato al mondo dello svapo cinque anni fa, aprendo un nuovo filone alle passioni della sua vita. La sua terza vita, si potrebbe dire. Perché nella prima era un provetto musicista di pianoforte, poi un campione nazionale di calcio balilla, oggi è considerato un guru dello svapo. Anche se, da sua stessa ammissione, “i guru non esistono. Esistono solo persone che hanno provato più cose ma non per questo il loro giudizio sarà migliore e più attendibile del proprio: il segreto è solo provare”. E’ entrato in contatto per la prima volta con una sigaretta elettronica durante un torneo di calcio balilla.
Vide un partecipante con una Ego a 3.7 volt con atom 510 e cartucce con lana di perlon; ne rimase incuriosito e decise provare acquistando una T-Fumo. Siamo nel 2011. A Zingaretti le usa e getta non bastano più: il passaggio alle Ego è quasi immediato. Lì comincia una storia che continua ancora oggi e passa attraverso la gestione di un forum, l’ideazione, la creazione e il montaggio di videorecensioni. Ogni nuovo video comporta una settimana di lavoro.

Cosa ti ha spinto a condividere on line i tuoi giudizi?

Mi hanno spinto in modo particolare i forum, da dove ho attinto gran parte del know-how di cui oggi sono in possesso e che mi sono sempre sentito in dovere di restituire agli altri. E’ per questo che, anche se con tempi più lunghi rispetto al passato, cerco sempre di rispondere a chiunque mi faccia una domanda di qualsiasi livello d’esperienza senza “quasi” mai stancarmi nel farlo. Ricordo un amico ormai lontano dal mondo dello svapo che in lunghissimi messaggi privati mi spiegava le differenze tra le batterie, il livello di soddisfazione distinto tra un hardware e l’altro, l’apprezzamento del lato estetico di un Pv, l’esperienza della resa aromatica. E’ stato grazie a quei consigli che mi sono appassionato a questo mondo ed è seguendo quei consigli che tento di fare altrettanto con gli altri.

Ti è mai capitato di ricevere critiche per quello che dici?

Quasi sempre. I “like” che per molti sono vitali, per quanto mi riguarda sono inutili. Utile è invece argomentare le modalità in cui si è in accordo o in disaccordo con le cose che si sentono dire, altrimenti un video od una discussione riguardo un prodotto, diventa inutile e fine a se stesso. C’è ovviamente chi ha come unica finalità la visibilità ed i numeri, per quanto mi riguarda il confronto è l’unica finalità. Spesso nei video mostro la rigenerazione che per i miei gusti è stata più soddisfacente, sono capitati casi in cui per altri non lo era affatto e me l’hanno detto senza mezze misure. Per mio conto, quelle critiche sono state vitali e continuano ad essere uno dei motivi per cui giro un video.

E invece il più bell’apprezzamento che hai avuto?

Anche se non corrisponde sempre alla realtà, gli apprezzamenti che mi fanno più piacere sono quelli riguardo il modo di esprimermi; non nascondo il mio accento romano, ma tento sempre di parlare una lingua comprensibile quanto più vicina all’italiano possibile. Qualche errore di consecutio temporum, d’altronde, capita a tutti… (sorride, ndr)

Per molti tu rappresenti un punto di riferimento. Qual è la discriminante tra un giudizio oggettivo e una “marchetta”? 

Nel gergo comune, la marchetta è un video od un “post” in cui si è ricevuto qualcosa in regalo e se ne parla bene a prescindere dall’oggettiva validità di quell’oggetto. Nel mondo dello svapo, almeno in Italia, pubblicizzare un prodotto viene recepito già di per sé in modo negativo, quindi spesso si prescinde dal giudizio letto od ascoltato e si alza la mano puntando il dito. Parlando di me, ho sempre cercato di mantenere l’obiettività ma senza mai permettermi di denigrare il lavoro degli altri, qualsiasi esso sia stato; se c’è qualcosa che non va lo dico ma tendo sempre a farlo in modo morigerato, il lavoro secondo me merita rispetto. E’ capitato poi che fossero finite nelle mie mani cose oggettivamente discutibili, in quel caso ho ritenuto opportuno semplicemente non divulgarle affatto, sempre per lo stesso senso di rispetto che nutro per il lavoro degli altri. Probabilmente questo modo di fare non sempre attira visitatori sia pro che contro, è molto più munifico parlare male degli altri e creare controversie, ma forse sono io ad essere anomalo. Preferisco che le persone apprendano da quello che dico, come apprendo io dagli altri, piuttosto che essere sulla bocca di tutti ma senza cognizione di causa o per motivazioni completamente futili.

Come è cambiato il mondo dello svapo negli ultimi tre anni?

Era prevedibile, quando una tematica si dà in pasto alle masse, aumenta la sua popolarità così come le problematiche di confronto ad essa correlate. Lo svapo di quando ho iniziato era un club ristretto, fatto di pionieri che avevano provato i primi hardware, di newbie che da quei pionieri imparavano e di una percentuale estremamente ridotta di shop e produttori. Gran parte di tutto arrivava dalla Cina, il “business” non era ancora così diffuso. Nel corso degli anni abbiamo assistito al moltiplicarsi degli EgoShop e dei punti vendita in franchising che hanno poi chiuso alla stessa velocità dell’apertura; abbiamo assistito all’ascesa ed alla discesa dei tubi, degli eliquid costosi, dei genesis, alla scomparsa del vero significato della parola “modder” ed alla diffusione di artigiani più o meno competenti ed innovativi che oggi compongono gran parte del mercato High end. Schermata 05-2457156 alle 11.58.14Quel club che prima abitava nei forum, oggi si è spostato su Facebook per certi versi massificando lo svapo e frazionandolo con la relativa perdita di informazioni prima molto più concentrate; ma è anche vero che al contempo lo svapo si è evoluto, diffuso e la diffusione fa sempre parte del progresso. Non voglio entrare nelle questioni relative la normativa e la tassazione perché probabilmente compete ad altri discuterne e trovare soluzioni.

Però tra i cambiamenti non possiamo non citare l’introduzione della tassazione. E’ un punto fondamentale…

Bene, allora torno sui miei passi ma in modo estremamente sintetico: una legge era dovuta; questa legge non ha senso.

Al posto del legislatore tu come avresti agito?

In ambito e-liquid probabilmente avrei applicato una tassa più bassa, ad esempio 1 euro per 10 ml, diversificandola per contenuto di nicotina; non di certo il regime di monopolio che poco c’entra col mondo delle sigarette elettroniche. In ambito hardware il discorso è assai più complesso e sfugge a molte delle mie competenze, ma applicare una tassa su una batteria per vaporizzazione e non su una stilo da 1.5 volt è un nonsense.

Come ti poni nei confronti degli shop on line?

Sono stati i primi a nascere ed a diffondersi; da una parte rappresentano un vantaggio che già è espresso in ogni altro ambito del mercato, dall’altra forse appannano quel rapporto tra venditore e acquirente ricco a volte di scambio di informazioni. Sono scelte, ognuno fa le sue e non penso ci si possa arrogare il diritto di giudicare il migliore tra il “fisico” come “l’online”. Riporto una frase sul commercio detta da mio nonno che faccio mia: “Se fossi stato un venditore di cappelli, sarebbero nate persone senza testa”.Schermata 05-2457156 alle 12.05.37

Pistola alla tempia: acquisti un prodotto italiano spendendo di più ma contribuendo allo sviluppo dell’economia interna o ne scegli comunque uno straniero puntando al risparmio personale? 

Entrambe le cose mi verrebbe da dire, dipende dal prodotto, dall’esigenza che ho di esso e dal prezzo; se proprio dovessi scegliere a parità di esigenza e di costo, senza dubbio uno italiano.

Aroma tabaccoso, fruttato o cremoso?

Sicuramente non tabaccoso, delle sigarette non c’è niente da ricordare. Fruttato prima di tutto – questione di gusti – cremoso senza dubbio dopo i soliti caffè o pasti.

Sistema meccanico o elettronico?

Potrei scrivere un tema su quest’argomento, ma è impossibile scegliere. Il meccanico? E’ uno strumento immortale, se non funziona è solo causa della nostra negligenza, ma richiede molta più competenza per arrivare alla soddisfazione. Elettronico? Come potersi privare della comodità di fare 50 tiri tutti della stessa intensità. Ora come ora, sceglierei l’elettronico, ma il vapers è una delle categorie più volubili che esistano quindi domani la mia risposta potrebbe cambiare.

Wick, mesh o cotone?

In sintesi: mesh per apprezzare l’aroma, cotone per la sua grande comodità. La wick nel mio percorso appartiene ormai al passato.

Come immagini lo svapo fra dieci anni?

Non lo immagino, ma se è vero che l’anno scorso “sono tornati di moda gli anni ’80” e se è vero che “quest’anno sono tornati in voga i pantaloni a zampa d’elefante”, lo svapo non si evolverà in modo molto differente.

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