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Small Tax: Fiesel lacerata, produttori divisi. Nulla di nuovo insomma…

La sentenza del Tar ha avuto pesanti strascichi all’interno della principale associazione dei rivenditori, la Fiesel. Dopo il comunicato di ieri, è stato diffusa una nota attraverso cui la maggioranza della Giunta si dissocia. Il documento è firmato da dieci componenti che minacciano le dimissioni andando così a creare un pericoloso vuoto rappresentativo proprio in un momento molto delicato del settore. Oggetto del contendere, la cosiddetta Small Tax, ovvero la tassazione progressiva sul livello di nicotina: mentre per qualcuno è da introdurre autonomamente sin da subito, qualcun altro preferisce attendere una soluzione formale e riconosciuta. I dieci fimatari (Carmine Di Martino, Maurizio Ligato, Francesca Torelli, Christian Longo, Stefano Virtuani, Dario Romeo, Federico Fabiani, Claudio Baldini, Renzo Pasquini, Massimiliano Leone) lamentano di non essere stati interpellati – e di non condividere –  quanto diffuso dal comunicato del 16 luglio a firma della coordinatrice Rizzitelli, con cui si diceva che la tassazione progressiva sul livello di nicotina, così come ipotizzato, non sia legittimata da nessuno e dunque fuori legge. “A tal proposito – si leggeva sul comunicato a marchio Fiesel – riteniamo opportuno precisare che tale iniziativa espone a rischio gli esercenti al dettaglio. Difatti, pur acquistando da depositi autorizzati, occorre che il dettagliante verifichi l’assolvimento dell’imposta nella misura definita dalla normativa vigente, assicurandosi peraltro che ciò sia dichiarato espressamente in fattura”. Ma lo stralcio sotto accusa è il seguente: “il mancato versamento dell’intera imposta potrebbe perfino prefigurare il reato di contrabbando, analogamente a come avviene per i tabacchi lavorati, determinando ovviamente anche sanzioni penali”.
Schermata 07-2457221 alle 20.02.04In questa battaglia a colpi di comunicati sono entrati prepotentemente anche le rappresentanza dei produttori. Anafe ha tenuto a precisare che “visto il contenuto forviante di tale documento nei confronti del pubblico e degli operatori del settore, e la mancanza di fondamento giuridico a sostegno di alcune delle tesi sostenute, Anafe Confindustria, se opportuno, si riserva di tutelare i propri diritti presso le competenti sedi giudiziarie. Le aziende aderenti ad Anafe Confindustria hanno infatti assunto delle scelte, anche diverse ma nella massima libertà e rispetto recirpoco, e se ne assumono la piena responsabilità, come sempre fatto negli ultimi 30 mesi di battaglie condotte al meglio in ogni sede e su cui parlano i risultati ottenuti”. Schermata 07-2457221 alle 20.04.20A ruota è intervenuta anche l’Associazione italiana fumo elettronico che, interpellati i propri legali circa la cosiddetta “small tax” ovvero la tassazione riparametarata sui millilitri di nicotina contenuti nel liquido, considera questa interpretazione della sentenza della Consulta “insostenibile e pericolosa”.
In Italia i mille negozi e la decina di produttori – nel momento in cui scriviamo, perché tutto può accadere – sono rappresentati da quattro sigle differenti. Come direbbe qualcuno, fatevi una domanda e datevi una risposta.

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