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Perché gli Stati Uniti spesso sono un passo davanti a tutti? Perchè non c’è improvvisazione. Magari mancano di regole, ma una volta che queste sono delineate fanno di tutto affinché vengano rispettate. Il mercato delle ecigs negli Usa è ancora uno di questi settori, scarsamente regolato a livello federale. Al momento le iniziative sono lasciate ai singoli Stati, così mentre qualcuno vieta il fumo elettronico nelle scuole, qualcun altro lascia piena libertà di consumo. Anche il giornalismo Usa è un passo avanti rispetto tutti gli altri. Perché non improvvisa. Ogni columnist o redattore o articolista ha una competenza ben precisa. Insomma, non si decide al mattino cosa scrivere la sera, passando dal cambiamento climatico alle tecnologie militari, alle abitudini alimentari. Tripp Mickle è forse il più brillante giornalista del mondo in materia di fumo elettronico, alcool e monopolio. Le sue inchieste non passano inosservate. E infatti quella che ha pubblicato oggi sul Wall Strett Journal ha causato un vero e proprio terremoto negli Stati Uniti. E’ riuscito ad anticipare tutti pubblicando le prossime mosse della Food & Drug Administration, ovvero la massima autorità in materia di regolamentazione sulla salute pubblica. Mickle si è concentrato soprattutto su un aspetto del regolamento proposto da Fda e che finora nessuno aveva mai pubblicato. Ovvero: tutti i prodotti da svapo (hardware e liquidi) per poter essere immessi sul mercato dovranno prima passare al vaglio dell’Organizzazione. Una sorta di processo d’approvazione. “Senza un atto del Congresso di Stato – spiega Mickle – tale aspetto minaccia di escludere dal mercato circa il 99 per cento dei prodotti attualmente disponibili, lasciando invece carta bianca alle Big Tobacco”. L’Ava (l’equivalente di Anafe per l’Italia) ha già pubblicamente ringraziato l’articolista del Wall Street Journal per essere riuscito ad entrare in possesso e diffondere la notizia. “Il piano della F&D – sottolinea tra l’altro Ava in un comunicato – non va nell’ordine della regolamentazione ma di una vera e propria proibizione. Tutti i liquidi e le batterie dovranno ottenere una certificazione preventiva prima di poter essere immesse sul mercato: una richiesta che, per tempi di attesa e soldi da spendere, ucciderebbe quasi tutti i produttori, Big esclusi”. Negli Stati Uniti, terra di libertà, è inconcepibile che un prodotto, solo perché non prodotto da una multinazionale garantita, debba passare al vaglio di una commissione prima di poter essere venduto. Non si parla di sicurezza o di tossicità, ma semplicemente di un iter farraginoso e costoso che farebbe desistere la più parte delle persone ad entrare nel settore o, altresì, uscire se già presenti.