Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Direttiva tabacchi, quando il controllato è anche controllore

“Il controllore che controlla se stesso. Sigarette prodotte da quelle stesse multinazionali che poi vogliono occuparsi di garantirne la tracciabilità anti-contrabbando con sistemi fatti in casa. Siamo di fronte all’ennesimo, gigantesco conflitto d’interessi alimentato dalla lobby del tabacco?”.

Stefano Sansonetti pone la questione sull’edizione on line de La Notizia. E prova a leggere tra le righe tutto quello che sta accadendo all’alba dell’introduzione della Direttiva europea sui tabacchi. Le quattro Big del tabacco, oltre avere il monopolio delle sigarette tradizionali, vorrebbero anche assaltare il mercato del fumo elettronico. E come se non bastasse, anche dettarsi le regole. Già, usiamo il riflessivo perché grazie al Consorzio Dtca (da loro stesse costituito) vorrebbero gestire il sistema di tracciabilità del tabacco. Un vero e proprio caso di controllore che controlla il controllato. Coma fa notare sempre Sansonetti: “Questo consorzio, il Dcta, sulla base di una tecnologia sviluppata da Philip Morris ha approntato un sistema di tracciabilità che ha già avuto applicazioni pilota nella pubblica amministrazione italiana. Il sistema, ribattezzato Codentify, vede anche il coinvolgimento di Fata, società del gruppo Finmeccanica che risulta licenziataria per la commercializzazione del prodotto. Insomma, quella che si va delineando è una guerra tra sistemi di tracciabilità (che finora è stata garantita con l’applicazione delle fascette sui pacchetti)”. Ma qualcuno non ci sta, ha scoperto l’arcano trucchetto e ha denunciato tutto. Si tratta della società elvetica Sicpa che garantisce certificazioni di tracciabilità già da tempo (in pratica, non è nata adesso sull’onda della Direttiva). E vuole andare fino in fondo per giocarsi la partita anche in Italia chiedendo una regolare gara d’appalto per il servizio.

Leggi l’articolo completo di Stefano Sansonetti per La Notizia

Articoli correlati