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Mancini (Anafe): “Bene il Tar, ora però una tassa equa”

Il rinvio in Corte Costituzionale dell’imposta di consumo sui liquidi per sigaretta elettronica segna un importante punto a favore delle aziende ricorrenti. Ovviamente il beneficio sarà collettivo ma senza l’esborso economico dei ricorrenti nulla sarebbe potuto accadere. Grande pregio di Assifel, Fiesel ed Anafe la lungimiranza e la pazienza con cui ogni volta hanno affrontato ogni nuovo passaggio giudiziario.

Schermata 12-2457373 alle 21.18.38Massimiliano Mancini, presidente Anafe, dimostra la propria soddisfazione, anche in virtù di un risultato che se ai più poteva sembrare scontato, non è stato semplice ottenere. “Sembra la replica di un film già visto, un rinvio per troppi versi simile, viste le pesanti motivazioni, a quello relativo alla precedente legge che la Corte ha poi stabilito essere incostituzionale. Si tratta per il settore di un segnale estremamente importante ma c’è anche un forte rammarico da parte nostra per il tempo che, a questo punto si può dire, si è perso a tutti i livelli, non solo politico e istituzionale, ma anche industriale. Questa e la precedente normativa fiscale hanno infatti frenato in maniera speriamo non irreparabile i nostri investimenti e i progressi che questo mercato, in crescita in tutto il mondo, avrebbe potuto fare negli ultimi tre anni”.

Mancini ricorda come già l’esperienza dell’anno scorso avrebbe potuto essere da insegnamento per il legislatore. “Il fallimento dell’attuale sistema impositivo confermato da questo rinvio alla Corte Costituzionale è testimoniato infatti dai numeri. Non solo avevamo preavvertito le istituzioni in audizione lo scorso anno, ma già l’estate scorsa il Ministero dell’economia aveva dichiarato infatti che nel primo semestre del 2015 erano entrati solamente 3,5 milioni di euro: è evidente quanto questa cifra fosse ampiamente inferiore alle aspettative”.

Dopo tre anni di lotta – continua Mancini – siamo sempre allo stesso punto: le aziende hanno perso competitività sul mercato nazionale ed estero, lo Stato italiano – unico in Europa col Portogallo ad aver imposto una tale imposta – non ha mai incassato quanto previsto a causa di un mercato volato all’estero, e i consumatori sono danneggiati da una scarsa offerta e da prezzi che rischiano di diventare sempre meno competitivi rispetto al mercato illecito e al tabacco tradizionale in maniera indubbia riconosciuto come molto più dannoso delle sigarette elettroniche. Non possiamo che sottolineare la differenza col Regno Unito, dove il Primo Ministro David Cameron proprio oggi si è esposto pubblicamente a favore delle ecig quale supporto nella lotta al tabagismo. La dubbia costituzionalità di tutti i provvedimenti che si sono susseguiti sulle ecig forse dovrebbe cominciare a far riflettere sugli errori ripetuti e sull’unica soluzione possibile: un’imposta equa e basata sulla nicotina, sperando vengano evitate nuove fantasiose e inapplicabili soluzioni“.

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