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Infiamma il dibattito in Belgio. Di fronte l’ipotesi di liberalizzare la vendita di sigarette elettroniche e di non tassare i liquidi di ricarica con nicotina, così come prospettato dal ministro della Salute, le reazioni non si sono fatte attendere.
Catherine Fonck, capogruppo del partito di centro democratico umanista in Parlamento federale, ha duramente attaccato l’ipotesi ministeriale. La sua proposta è ben più restrittiva, anche se per certi versi richiama quanto già attuato nel Regno Unito. La sigaretta elettronica, secondo Fonck, dovrebbe essere venduta soltanto nelle farmacie e utilizzata come veicolo per smettere di fumare dietro presentazione di ricetta medica. Il dispositivo, poi, potrebbe essere rimborsato dal sistema sanitario nazionale.
Una visione “sfocata” delle potenzialità delle sigarette elettroniche. Se da un lato si sottolinea come possa servire a combattere la piaga del tabagismo, dall’altro lato se ne impedisce lo sviluppo vincolandole al monopolio farmaceutico. Le ultime statistiche nazionali dicono che in Belgio muoiono ogni anno circa 20 mila persone a causa di malattie polmonari o cardiache causate dal fumo di sigaretta.