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Aveva messo in discussione la ricerca condotta da Riccardo Polosa per l’Istituto di Salute pubblica inglese secondo cui le sigarette elettroniche sarebbero al 95 per cento più sicure del tabacco. Ma Martin McKee, professore alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, in realtà non aveva alcuna prova: avrebbe utilizzato false documentazioni per smentire invece lo studio e la percentuale stabilita da Polosa.
McKee è stato accusato di aver utilizzato le pagine della rivista Lancet per affermare che dietro lo studio in realtà si celavano interessi economici legati al mondo del vaping. Come se non bastasse, McKee, nel corso di uno scambio di mail con Sally Davies, capo del servizio di igiene pubblica del Regno Unito, avrebbe detto che dietro quella statistica si nascondevano gli interessi di British American Tobacco. La multinazionale britannica ha subito smentito, dichiarandosi estranea allo studio. Sembrerebbe dunque che McKee si sia semplicemente inventato la documentazione pubblicata per smentire la ricerca di Polosa e, di conseguenza, il rapporto del servizio di Sanità pubblica inglese.
Anche se non è ancora chiaro quali potrebbero essere gli interesi diretti di McKee, appare evidente come vi sia una pressione contro lo sviluppo della sigaretta elettronica. Probabilmente le mail intercorse tra il professore e i vertici delle istituzioni sanitarie inglesi confermano come attorno ogni studio ci sarebbe sempre un committente che avrebbe un qualche interesse da evidenziare. Probabilmente, un settore come quello dei tabacchi ed in cui è implicata anche l’azienda farmaceutica, difficilmente potrà mai essere libero da interessi. Tutto sta a riconoscerli ed, eventualmente, saperli ponderare.