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In poco meno di tre anni è riuscito a creare un’azienda leader nel mercato italiano della distribuzione e fornitura di negozi nel settore del fumo elettronico. Oltre 2mila punti vendita riforniti, 19 dipendenti e un magazzino di oltre 1300 metri quadri rendono l’idea di come la libera iniziativa, se supportata da lungimiranza e oculatezza, può premiare anche in periodi di crisi. Ribilio è la creatura di Vincenzo Sparacino, catanese ormai trapiantato in Slovenia. Il sacrificio di dover stare lontano dalla famiglia è parzialmente ripagato dal successo imprenditoriale. Ma il carattere ottimista, garbato e mai sopra le righe gli consente di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Le aziende del fumo elettronico spesso inventano neologismi legati al vaping o danno nomi ai loro prodotti legati all’immaginario cinematografico o mitologico. Sparacino si è contraddistinto anche in questo, registrando un marchio, Ribilio, il cui significato non è di immediata comprensione. E allora lo spiega direttamente Sparacino cosa significa e come nasce il nome Ribilio.
Il marchio e il nome Ribilio è nato dall’esigenza di trovare un termine che indicasse in modo simpatico un grande assortimento di prodotti, cioè un “Ribilio di prodotti”, termine da me coniato. Suonava molto bene e dava l’idea di ciò che avevo in mente: un mega assortimento di prodotti scelti con cura. D’altronde un nome è fatto anche dal suono che provoca e il suono evocato da Ribilio mi è piaciuto sin dall’inizio.
Come ti sei avvicinato al mondo del vaping?

Perché hai scelto la Slovenia?
Anche se le tasse sono molto superiori rispetto alla Slovenia, non avrei mai lasciato l’Italia, sopratutto la mia Sicilia, se non fosse stato per tutta la confusione dallo Stato italiano, Aams e i ministri con le loro leggi e decreti assurdi, per bloccare un prodotto che anche un bambino si renderebbe conto che non può essere nocivo come la sigaretta tradizionale. Si è cercato di boicottarla, le lobby delle multinazionali del tabacco hanno remato contro per continuare a vendere le loro misture mortali. Insomma, l’Italia non ha voluto fin dall’inizio accettare questa innovazione benefica perchè quella malefica porta moltissimo denaro nelle casse dello Stato. E non importa se questo determina la morte di migliaia di fumatori ogni anno.
Quale è il criterio con cui si sceglie un prodotto da distribuire?

Questo però significa che siete voi stessi a decidere le sorti del mercato.

Cosa cambierà per voi con l’introduzione della Tpd?
Con l’introduzione della TPD , anche se ancora il quadro non è molto chiaro, ci saranno non pochi problemi. Sicuramente ci sarà una contrazione del mercato e molte aziende non capaci di adeguarsi a queste regole, secondo me eccessive, scompariranno, lasciando il posto ad aziende più strutturate capaci di adeguarsi a regole più severe e dispendiose. Secondo me è un altro tentativo di regolamentare in modo eccessivo un prodotto innovativo e molto meno dannoso della sigaretta tradizionale.
Come vedi il futuro del vaping?
Il futuro del vaping è oramai certo e inarrestabile. Più barriere si metteranno per fermarlo e più aumenterà il fai da te, danneggiando ulteriormente quello che è un settore di sicuro successo. Nonostante le difficoltà che ci sono state e che ci saranno in futuro a causa di decreti a gogò il mercato crescerà in modo esponenziale, diventando uno dei business più importanti in termini di cifre. Oramai l’utente è consapevole, conosce il prodotto, sa come funziona e che non c’è nulla da temere per la salute, anzi, è tutto a vantaggio dell’ex fumatore.
Spesso sei al centro di polemiche per l’esistenza di due shop legati a tuoi familiari e collaboratori. Lo giudichi conflitto d’interesse?
Quando ho iniziato con le sigarette elettroniche ci credevo così tanto che anche a mio fratello consigliai di indirizzarsi verso questo settore e lo seguii fino all’apertura del suo negozio, consigliandolo come chiunque farebbe con il proprio fratello. Capisco che essendo molto in vista potrebbe essere una buona occasione per qualcuno cercare di dimostrare che vendo al dettaglio, ma in realtà non è così e neanche posso costringere mio fratello a chiudere un negozio solo perchè io sono Mister Ribilio. Per quanto riguarda l’altra polemica, invece, riguarda quello che è stato un mio cliente importante e molto competente, con cui abbiamo poi stretto rapporto di collaborazione ed è divenuto il mio direttore commerciale. Il patto è che non si occupasse più lui del suo shop, proprio per evitare il classico conflitto di interessi. Ha rispettato correttamente gli accordi e adesso mi coadiuva in prima linea nella gestione degli acquisti e delle vendite.
Da poco tempo, Ribilio ha lanciato anche prodotti a proprio marchio. Perchè mettersi in concorrenza ponendosi in prima persona sul mercato?

Quali novità avete in serbo per la primavera prossima?
Le novità primaverili a marchio Ribilio saranno un Kit di avvio con atomizzatore Justfog C14 e batteria da 900mah, un kit simile alla Ego one ma con alcuni accorgimenti in più. Novità ancora più importante, Ribilio diventa produttore di liquidi con un laboratorio attrezzatissimo e all’avanguardia che si distinguerà per qualità e certificazioni.