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di Stefano Caliciuri
Una campagna contro la sperimentazione sugli animali. O, per entrare ancora più nello specifico, contro la sperimentazione degli effetti di fumo, alcool e droghe su esseri viventi che non hanno mai fatto una scelta consapevole. Metodi ancora più meschini se si considera che si tratta di ricerche su sostanze che per l’uomo sono vizi. In sostanza: si uccidono animali per fare ricerche per eventualmente non uccidere uomini. Gli animali, a diferenza degli uomini, non scelgono le dipendenze. E così come sosteniamo il vaping per combattere le dipendenze e i danni da tabacco sull’uomo, così combattiamo la sperimentazione sugli animali, a maggior ragione se giustificata da motivi viziosi.
Sigmagazine è a fianco della Lav nella campagna “Aiutali a uscirne”. Vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di porre fine a questa barbarie, una vera e propria strage di animali per il solo desiderio umano di vedere come reagiscono a sollecitazioni della peggior specie. In molti Paesi europei, tra cui la – solita – civilissima Inghilterra, la ricerca scientifica è un punto d’eccellenza ma, soprattutto, viene effettuata con metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Gianluca Felicetti, presidente Lav, spiega i motivi della campagna. “Il prossimo primo gennaio entrerà in vigore il divieto di testare su animali sostanze d’abuso come alcol, droghe e tabacco: un bando fondamentale che rischia di slittare per interessi economici e di carriera. Una potente lobby vivisettoria sta, infatti, conducendo una campagna di disinformazione che potrebbe anche spingere qualcuno a forzare lo slittamento della legge“. Perché l’immagine di un topolino circondato da mozziconi di sigarette? “Il mozzicone di sigaretta è un rifiuto. E spesso i topolini vengono visti allo stesso piano: sporchi, brutti, come fossero rifiuti. Sono invece esseri viventi. E poi perché il fumo coinvolge purtroppo milioni di persone. Ben venga la ricerca sulle dipendenze ma non sommando altra morte e sofferenza in aggiunta a quella che già comportano“.
Firmare la petizione non costa nulla se non due minuti del proprio tempo: sul sito della Lav il testo e il form di sottoscrizione.