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“Tra tutte le cose che gli adolescenti possono vedere su internet, nonostante le restrizioni esistenti, le immagini di svapo o delle elettroniche sono tra le meno preoccupanti“. Parola del professor Riccardo Polosa, luminare mondiale in materia di vaping e implicazioni sulla salute. E ha aggiunto: “Rispetto ad alcuni prodotti o esperienze alle quali è possibile accedere tramite Internet, i rischi per le sigarette elettroniche sono in realtà molto bassi perché rappresentano un beneficio per coloro che le utilizzano come alternative al fumo di sigarette convenzionali”.
Il riferimento di Polosa è a una ricerca diffusa dal Samir Soneji dell’Istituto Dartmouth per la Salute Pubblica e la Pratica Clinica, secondo cui gli adolescenti americani hanno un accesso troppo facile alle campagne di marketing on-line delle aziende produttrici di sigarette elettroniche.
Al contrario di quanto previsto dalla legge Usa, che impone una preventiva autenticazione sul sito per accertare la maggiore età tramite una serie di controlli – nome, indirizzo, data di nascita, numero di patente di guida e le ultime quattro cifre del loro numero di previdenza sociale – i ricercatori avrebbero dimostrato che, per almeno 19 siti di marchi di sigarette elettroniche vendute dalle 12 maggiori aziende produttrici, le richieste previste non sono applicate correttamente. “Sbarramenti più rigidi per l’accesso dei minori a questi siti renderebbero meno impulsivo il loro ingresso nel mondo del vaping” : questo il commento di Soneji alla ricerca.
“Non ci sono prove – risponde Polosa – che stabiliscono che visualizzare prodotti del vaping su Internet, al contrario che nei negozi o nelle mani degli adulti, faccia venire voglia ai ragazzi di provarle. C’è, invece, secondo me il pericolo di far passare questi prodotti come il frutto proibito da mangiare“. Come impedire allora che un minore entri in contatto con le sigarette elettroniche attraverso internet? “Ad esempio con metodi di pagamento più sicuri che richiedono una più efficace identificazione del soggetto, ad esempio tramite il metodo PayPal. Così si potrebbe bloccare l’accesso reale alle ecig da parte dei minori che come tali non sono ancora in possesso di di carte di credito“.