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Legge antivaping, aziende cinesi sfidano Stati Uniti

Chiamata alle armi dei produttori cinesi contro la legge della Food and Drug Administration che fra l'altro richiede l’autorizzazione per il commercio dei prodotti del vaping sul mercato a decorrere dal febbraio 2007.

di Barbara Mennitti

I produttori cinesi sfidano gli Stati Uniti. Almeno per quanto riguarda la sigaretta elettronica. Sevia Usa, dove l’acronimo sta per Shenzhen Electronic Vaporizer Industry Association, ha infatti deciso di sostenere Right 2 B Smoke Free Coalition nel ricorso contro la legge della Food and Drug Administration che si applica anche al settore delle ecigarette. Sevia è l’associazione che riunisce produttori cinesi del calibro di Aspire, Innokin, Kangertech e Smok, in pratica tutti i pezzi da novanta dell’industria del cosiddetto “hardware del vaping”, e si presume che il loro peso non sarà indifferente.
Senza mezzi termini, Sevia ha definito la nuova regolamentazione pubblicata il 10 maggio scorso “una legge che avrà un impatto drammatico sull’industria e sui consumatori che si affidano a questi prodotti per stare lontani dal tabacco combusto”. Secondo le sue stime, “il quadro regolatorio introdotto dall’agenzia eliminerà il 99% dei produttori di liquidi e di hardware ed eliminerà anche la libertà di scelta dei vapers e di milioni di fumatori ai quali sarà preclusa la possibilità di liberarsi dal vizio mortale del fumo”. Un giudizio molto pesante.
I produttori cinesi esprimono pieno sostegno all’emendamento Cole/Bishop, convinti che il primo passo per salvare l’industria sia proprio spostare in avanti la cosiddetta “grandfather date”, cioè la data a partire dalla quale è necessario richiedere l’autorizzazione per i prodotti, fissata al momento al 15 febbraio 2007. Questo spostamento consentirebbe a molte aziende di rimanere in vita, risparmiando gli altissimi costi per le autorizzazioni. Sevia dichiara, inoltre, che sosterrà le varie organizzazioni come Casaa e Ava (American Vaping Association) per consentire loro di continuare a lottare per i diritti dei consumatori e per l’industria.
Il comunicato si conclude con una chiamata alle armi: “Questo è un invito aperto a tutti i produttori cinesi che vogliono continuare a offrire i loro prodotti sul mercato. Sevia Usa e i suoi membri fondatori si impegnano a offrire le proprie risorse per contrattaccare e chiediamo all’industria di unirsi a noi”. Insomma, i produttori cinesi sono sul piede di guerra, determinati a combattere una legge che giudicano incostituzionale, letale per l’industria e dannosa per la salute pubblica e per la sicurezza del consumatore e chiedono a tutti gli interessati di rimboccarsi le maniche. Perché, concludono, “la battaglia comincia ora, uniti si vince!”.

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