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Emirati Arabi, la sigaretta elettronica rimane vietata

Le autorità del Paese hanno ribadito che nell'incertezza continueranno a bandire la vendita di ecig, nonostante pareri e indicazioni scientifiche contrari.

di Beatrice Mauri

Le sigarette elettroniche continueranno ad essere proibite negli Emirati Arabi Uniti. Lo hanno reso noto ieri le autorità del Paese, giustificando il loro approccio “prudente” con la mancanza di certezze sugli effetti a lungo termine sulla salute umana dell’ecig. Non tutti, però, sono d’accordo con la visione fornita dalle autorità. Anche perché occorre ricordare che i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo – Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Oman, Quatar e, appunto Emirati Arabi Uniti – sono fra i maggiori consumatori di tabacco a livello mondiale, con tutti i problemi di salute che ne conseguono. Negli Emirati Arabi, per esempio, quello ai polmoni è la forma di tumore che miete più vittime e colpisce in stragrande maggioranza i fumatori.
emirati2Per questo il dottor Zeeshan Kahn, specialista di medicina interna presso il Medeor Hospital di Dubai, prova a spezzare una lancia in favore del vaping, anche alla luce degli autorevoli pareri medici  che ultimamente hanno preso posizione in favore della sigaretta elettronica come valida e salutare alternativa al fumo di tabacco. Pur affermando di comprendere la prudenza delle autorità, Kahn si è dichiarato favorevole ad una revisione delle regole per le licenze delle ecig. E ha continuato: “È una materia sulla quale è necessario andare a fondo, perché entrambe le posizioni (a favore e contro l’ecig, ndr) non sono supportate da prove sufficienti”. Un approccio molto cauto, ma è già qualcosa che un medico sollevi il dubbio.
Per ora, dunque, negli Emirati Arabi Uniti rimane in vigore la direttiva emanata dal Ministero della Salute nel 2011, in base alla quale nel Paese non è permessa l’importazione e la vendita di strumenti per l’inalazione di nicotina sotto forma di vapore. Se in futuro le sigarette elettroniche saranno consentite e regolate, chiosa il dottor Khan “è ancora materia di dibattito”.

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