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“Non comprare in negozio”. Mistero sulla mail firmata ProVape

Il messaggio diffuso da un indirizzo dell'azienda statunitense con cui si consiglia di acquistare direttamente dallo store aziendale saltando la catena distributiva sta suscitando polemiche. Ma l'amministratore delegato prende le distanze: "Non è nostro, il marketing è affidato a una società terza".

di Stefano Caliciuri

Caduta di stile, strategia o incidente? Difficile dirlo. Ma il risultato è stato comunque ottenuto: ottenere la massima visibilità e far parlare di sè per almeno due giorni. Che, visti i tempi della comunicazione e del marketing mordi e fuggi, è una gran cosa.
Tutto nasce da una mail spedita dall’indirizzo “Sales Provape”, l’ufficio vendite della ProVape, l’azienda produttrice di Provari e Radius, verso migliaia di indirizzi selezionati – consumatori di riferimento, media, rivenditori – con cui si spiegava come sarebbe meglio acquistare i prodotti dell’azienda statunitense direttamente dallo store aziendale al fine di risparmiare denaro e avere la massima assistenza. L’oggetto della mail, infatti, conteneva il messaggio: “Buy Independent (Skip Retail Store)”. Una caduta di stile nei confronti di tutti i rivenditori che da anni considerano la ProVape un fiore all’occhiello del settore? O soltanto una pessima trovata da parte della società che gestisce il marketing della ProVape?
A sentire la reazione quasi immediata di David Flagg, amministratore delegato di Provape, sembrerebbe vera questa seconda ipotesi: “Vogliamo essere conosciuti come una società che offre supporto e servizi affidabili. Non è cambiato nulla nel corso degli anni e non è cambiato neppure in questi giorni nonostante la mail che è circolata. Vi posso assicurare che nessuno del personale ProVape o me hanno mai avuto un’idea negativa dei rivenditori e siamo rimasti scioccati come tutti gli altri nel prendere atto di questo messaggio. Non sappiamo se la persona della società che ci cura il marketing abbia scritto questo messaggio sapendo ciò che stava facendo ma comunque prima di fare uscire un messaggio dovrebbero condividerlo con noi”.  Continua Flagg: “Abbiamo trascorso molti anni a supportare e costruire rapporti con i nostri negozi al dettaglio e quelli che ci conoscono hanno infatti detto che il messaggio non rientra nel nostro stile. Non avrebbe avuto senso. Vorrei assicurare che facciamo di tutto per sostenere i nostri rivenditori. Se non fosse per i nostri rivenditori, molti, molti vapers non sarebbero in grado di conoscere, provare e acquistare i dispositivi che li aiutano a prendere a calci il vizio del fumo“. Nessuna reazione invece da parte di Tim Klerekoper, direttore marketing di ProVape.

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