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“Sola dosis facit venenum”. Kostantinos Farsalinos, medico greco punto di riferimento della ricerca sul vaping, cita il padre della tossicologia moderna per rispondere allo studio apparso su PublMed e, a cascata, su tutti gli altri media. Test in vitro – recita lo studio condotto principalmente da ricercatori dell’Università di Los Angeles – dimostrano che il vapore della sigaretta elettronica causerebbe citotossicità alle cellule epiteali della bocca. Ma, come diceva Paracelso già nel XVI secolo, niente è un veleno e tutto è velenoso: è solo la dose a determinare se qualcosa è o non è velenosa. Ed è proprio questo concetto fondamentale, secondo Farsalinos, ad essere completamente ignorato dagli autori dello studio in esame. Dimenticanza che ne invaliderebbe i risultati.
Ma quali sono le informazioni fondamentali non fornite dallo studio? Farsalinos identifica sei criticità: il tipo di sigaretta elettronica usata nell’esperimento; le impostazioni di erogazione della sigaretta elettronica durante l’esperimento; la durate dei tiri e l’intervallo fra un tiro e l’altro; il numero dei tiri durante la procedura di generazione dell’aerosol; la quantità di liquido consumata durante la stessa procedura; la qualità di diluizione aerosol nel mezzo cellulare. Omissioni metodologiche importantissime per poter valutare la validità di uno studio ed è singolare che chi lo ha pubblicato non si sia posto questo problema.
Secondo Farsalinos, però, la cosa davvero senza precedenti è che gli autori citino uno studio non ancora pubblicato né accettato per la pubblicazione, ma attualmente contrassegnato come “inviato” per ulteriori dettagli sulla metodologia. Insomma, scrive ancora Farsalinos, editore e revisore accettano il riferimento ad una pubblicazione inesistente. Forse ce n’è abbastanza per far sorgere qualche dubbio.