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Sigarette elettroniche, dagli Usa nuove regole e divieti

Sono ufficialmente in vigore le nuove prescrizioni dettate dalla Food and drug administration. Obbligo di certificazione per tutti i prodotti immessi in commercio a partire dal 2007.

di Stefano Caliciuri

Il vaping statunitense è entrato in una nuova era. E’ ufficialmente entrata in vigore la  legge di regolamentazione dei tabacchi e fumo elettronico. Come già per l’Europa con la Tpd, anche le disposizioni della Fda a stelle e strisce sono state pensate per “limitare il proliferare di nuovi prodotti che non abbiano le adeguate norme di sicurezza e qualità”.
Decine i ricorsi già depositati presso le Corti Federali ma, in attesa delle varie sentenze, valgono le norme prescritte.
La legge è retroattiva, ovvero va a regolamentare tutti i prodotti in commercio dal 2007. Visto che a quell’epoca la ecig era ancora alle origini, significa che tutti i prodotti debbono sottostare alle prescrizioni, nessuno escluso. Per tutti si intende dal drip, alla catenina porta ecig, sino ovviamente ai liquidi e alle batterie.
In sintesi, questi i punti principali della nuova legge: divieto di distribuzione e diffusione di campioni gratuiti, prescrizione che rende impossibile i test in negozio; divieto di vendita ai minori; divieto di installazione di distributori automatici ad eccezione dei luoghi in cui l’ingresso è riservato ai soli maggiorenni; obbligo di fornire la lista degli ingredienti di ciascun liquido agli uffici della Fda, segnalando l’eventuale presenza di molecole potenzialmente pericolose.I prodotti immessi in commercio dopo l’8 agosto 2016 potranno essere distribuiti soltanto previa autorizzazione e certificazione della Fda; per quelli già in commercio a partire dal 2007 sarà invece sufficiente comunicarne l’esistenza e si ha due anni di tempo per ottenere la certificazione.
Secondo le associazioni di categoria, le nuove norme garantiranno la sopravvivenza soltanto alle grandi aziende; decine di migliaia di piccole e medie aziende sono destinate a scomparire perchè non in grado di sopportare i costi delle certificazioni.

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