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Il Regno Unito riscrive le regole sulla pubblicità delle sigarette elettroniche

Dopo un confronto con aziende e negozianti saranno redatte le nuove norme condivise. In Italia la materia spesso è interpretata dalle amministrazioni. Vediamo nel dettaglio le principali differenza tra modalità anglosassone e italiana.

di Stefano Caliciuri

Una consultazione pubblica per redigere regole chiare sulla pubblicità della sigaretta elettronica. Fermi restando i divieti imposti dalla Tpd, il Regno Unito vuole però dare la possibilità a negozianti e operatori del settore di comunicare iniziative e prodotti. Tutti gli interessati potranno comunicare fino al 31 ottobre i loro suggerimenti o le loro richieste. Al termine del periodo di confronto, un’apposita commissione traccerà le linee guida per una corretta informazione pubblicitaria. Come al solito nel Regno Unito le discussioni avvengono pubblicamente e le regole scritte in maniera partecipata. In questo modo le norme saranno condivise anche dagli stakeholder e non soltanto da pochi decisori e da qualche funzionario ministeriale.
In Italia, così come previsto dal decreto attuativo della Direttiva europea sul tabacco, la pubblicità è vietata sulla nicotina, ovvero sull’oggetto della norma, e su tutto ciò che la contenga. Non soltanto sigarette tradizionali, ma anche flaconi di liquido di ricarica contenente nicotina, cartucce precaricate, cigalike o sigarette elettroniche precaricate.
Secondo le ultime interpretazioni (già, perché se in Italia esiste una costante è che le leggi devono essere interpretate, non accade mai che sia scritta in maniera chiara, ndr) i negozianti possono pubblicizzare la loro attività purché sui volantini o sui manifesti non appaiano le parole “sigaretta” e “nicotina” e i messaggi non devono invogliare il consumo. Ogni amministrazione comunale purtroppo si regola differentemente, non tutte applicano lo stesso regolamento e quindi accade che alcune realtà diano l’autorizzazione alla campagna pubblicitaria mentre altre la rifiutino.  All’interno del locale è possibile far conoscere i prodotti anche attraverso assaggi o dimostrazioni purché non si abbia di fronte un minorenne, al quale è fatto divieto di acquistare e di provare prodotti contenenti nicotina. Le pubblicità sugli organi di stampa – così come disposto dal Decreto – sono vietate per tutti i prodotti contenenti nicotina e per le sigarette elettroniche precaricate.

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