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di Beatrice Mauri
Usare la Brexit per abrogare le norme sulla sigaretta elettronica previste dalla Direttiva europea sul tabacco (Tpd). È questa la proposta al governo britannico formulata da New Nicotine Alliance. La richiesta è riassunta in una lettera firmata da Sarah Jakes e Clive Bates, entrambi aderenti all’associazione e indirizzata al neo ministro della sanità del governo May, Jeremy Hunt. D’altronde senza il vincolo di appartenenza all’Unione europea, la Gran Bretagna – il Paese più ecigarette-friendly del Continente – può ben permettersi di riconsiderare la regolamentazione delle sigarette elttroniche, giudicata “inutile, onerosa e restrittiva”. Allo stesso tempo New Nicotine Alliance chiede di abolire “l’illegale, immorale e anti-scientifico” divieto di vendita dello snus, bandito – sempre in seguito ad una legge europea – in tutto il territorio dell’Unione con l’unica eccezione della Svezia.
I firmatari della lettera chiedono che queste motive siano inserite nel Great Repeal Act che dovrebbe essere inserito nel prossimo discorso della Regina. La Grande legge abrogativa servirà a ricusare lo European Community Act del 1972, quando la Gran Bretagna entrò nell’allora Comunità economica europea. Questo farà sì che le leggi europee attualmente in vigore nel Paese saranno riconvertite automaticamente in leggi nazionali, misura necessaria per evitare che si creino vuoti normativi. Una volta divenute leggi nazionali, queste potranno essere liberamente ridiscusse ed emendate dal Parlamento inglese.
La richiesta di New Nicotine Alliance è, invece, quella di abolire da subito quegli articoli della legge di recepimento della Tpd che riguardano il fumo elettronico. Sarebbe un modo, sostengono Jakes e Bates, “per riconoscere i benefici dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e sarebbe popolare fra i 2,8 milioni di vapers britannici”. Leggi la lettera di New Nicotine Alliance.