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di Beatrice Mauri
Batterie agli ioni di litio che prendono fuoco o addirittura esplodono? Forse presto saranno solo un ricordo. Secondo Cbs News, infatti, il Department of Energy degli Stati Uniti sta mettendo a punto una nuova tecnologia che permetterà di realizzare e commercializzare batterie ad alte prestazioni molto più sicure. La buona notizia arriva proprio all’indomani dalla prima class action che vede Samsung sul banco degli imputati per “il rischio di surriscaldamento, incendio ed esplosione” di diversi modelli di smartphone – non solo il Note 7 già ritirato dal mercato. E non è un problema che riguardi solo i telefoni, anzi. Tutti gli incidenti che coinvolgono le sigarette elettroniche riportate dalla stampa, sono riconducibili alle batterie agli ioni di litio. Una tecnologia che, evidentemente, non riesce più a garantire la sicurezza necessaria agli utilizzatori.
La soluzione potrebbe venire dal laboratorio di ricerca dell’Università del Maryland, dove si sta cercando di costruire una batteria che non possa prendere fuoco. Il segreto è nella ceramica, un materiale con un altissimo punto di fusione e che – spiegano i ricercatori – non può prendere fuoco. In questa nuova batteria, i materiali combustibili delle odierne batterie agli ioni di litio sono sostituiti da dischi di ceramica ricoperti da una soluzione a base di carbonio. “Il disco di ceramica può sopportare migliaia di gradi senza dare problemi”, osservano dall’Università.
Al momento il laboratorio è riuscito a costruire una batteria piccola, di quelle che si usano per gli apparecchi acustici. Ma, secondo Eric Wachsman, direttore dell’Energy Research Center dell’Università, “per avere una batteria più grande bisogna solo aumentare le dimensioni”. Ma quando sarà davvero disponibile questa nuova tecnologia? Wachsman assicura che vi sono dei produttori e che le batterie saranno realizzate nei prossimi anni, ma tutto potrebbe essere accelerato se una grande azienda decidesse di investire nel progetto. Ma dovrebbe trattarsi di un’azienda americana, perché i ricercatori si sono impegnati a mantenere la tecnologia negli Stati Uniti, visto che l’85% delle batterie a ioni di litio è prodotta in Asia.